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Il romanzo di Mildred

Regia di Michael Curtiz vedi scheda film

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La recensione su Il romanzo di Mildred

di alan smithee
8 stelle

Michael Curtiz traspone per la prima volta sul grande schermo il romanzo di James M. Cain e lo fa con una certa liberta' di scrittura e quindi di rappresentazione, con un'attrice-mito che costringe inevitabilmente la trama a virare molto se non troppo verso torbide atmosfere noir, tralasciando o sorvolando sugli aspetti familiari e gestionali che invece piu' si adattano alla "Mildred Pierce casalinga-piu'-che-disperata" interpretata con piu' umanita' e sentimento materno dalla Kate Winslet nella recente ottima trasposizione televisiva. Intendiamoci, il film di Curtiz non e' niente di meno di quello di Haynes; e' solo molto diverso, quasi come tratto da una storia parallela, ma differente. E' un noir dinamico e ben ritmato, una storia che inizia con un omicidio e procede a ritroso per spiegarci le ragioni di quella drammatica risoluzione. Joan Crawford e' una Mildred ben piu' grintosa, tenace, spietata rispetto a quella della nuova versione, e il film non ha il tempo per perdersi in sentimentalismi legati alla scomparsa della figlia minore, ne' la possibilita' di lasciare che la perfidia della primogenita Veda (qui non certo interprete lirica di successo, bensi' cantante da bettola fumosa) non si invischi nell'atto criminoso che diventa il fulcro della vicenda. Non ho (ancora) letto il celebre romanzo, ma ho inteso che la versione di Haynes si mantenga piu' fedele all'opera. 
In ogni caso il film resta un altro notevole tassello della tendenza noir che ha dato vita negli anni '40 negli Usa ad opere straordinarie ed indimenticabili. I memorabili titoli di testa con il mare che cancella i nomi del cast sembra un monito alla effimera rincorsa al potere e alla celebrita' che anima il cuore della vicenda, che parla di difficolta' coniugali, di  ristrettezze economiche, ma anche di riscatto e di successo, e di come questo abbia vita breve se gestito con approssimazione, sia pure per un amore cieco ed incondizionato nei confronti di una figlia sciagurata. Certo qui la nostra Mildred Pierce e' una donna senza scrupoli, che non si pone problemi ad incastrare il socio di una vita, forse un po' grezzo e triviale ma l'unico vero leale collaboratore della donna; e tutto per salvare una figlia scellerata che non lo merita. Una immensa Joan Crawford seppellisce ogni altro attore del cast, specie sul fronte maschile. 
Eccellente, come sempre, il doppiaggio italiano dell'epoca, che storpia buffamente i nomi dei protagonisti italianizzandoli (chicche inconsapevoli di un delirio di onnipotenza fascista ormai fuori tempo all'uscita del film), con quelle voci cosi' lamentevoli e improbabili che inteneriscono, emozionano e ci riportano indietro in un passato magico e irripetibile, oggi certamente irreale.   

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