Regia di Michael Curtiz vedi scheda film
Riuscitissima commistione tra melò familiare e noir, diretto da un sapiente Michael Curtiz e interpretato da un'ottima Joan Crawford. E' la storia di una donna che sbaglia tutto: divorzia per un piccolo screzio, si lascia fare il filo da personaggi ambigui che non ama e ne sposa uno solo per calcolo, flirta con uno di loro nel momento meno indicato, vizia la figlia e ne paga le conseguenze, e giunge a compiere per lei un atto di follia e autolesionismo. La tensione drammatica è sempre alta e la costruzione narrativa (voce narrante, salti temporali) funziona a dovere. Il rapporto tra la protagonista e la figlia finisce per essere il vero centro narrativo e tematico del film, che secondo me opera in merito un'interssante riflessione e propone anche un messaggio. Nel maldestro tentativo di far felice la figlia, la madre la vizia e le esaudisce ogni capriccio, e l'abitua perdipiù ad un tenore di vita alto. A questo scopo spende più di quello che potrebbe e lavora così tanto da mangiarsi la vita privata (una delle cause dei contrasti col marito). L'abisso lo tocca quando, per ingraziarsi la ragazza dopo averla schiaffeggiata quando se lo meritava, manda in dissesto finanziario la prosperosa catena di ristoranti che aveva costruito. Cosa ricava da queste sue smaniose premure? Una figlia felice e realizzata? No, piuttosto una ragazza viziata, pretenziosa, prepotente, fortemente attirata dalla vita agiata, che disprezza le persone semplici, la vita della gente comune, e odia coloro che non dicono subito sì ai suoi capricci. Mildred è insomma una donna che va in rovina a causa di un malinteso amore materno che ha fatto della figlia l'idolo da adorare, della quale cerca di guadagnare l'amore soddisfandone i capricci ma ricavandone solo disprezzo e saccenteria. Trovo che questo messaggio dovrebbe far riflettere molti genitori contemporanei e mettere in crisi la loro idea di educazione.
Tornando al film, le scene dell'omicidio sono molto ben fatte e molto tese, degne del migliore noir. E, come nel noir, il protagonsita va incontro ad una rovina che si è procurata con le sue scelte sbagliate. Insomma, dovremmo davvero guardarci dal disprezzare questi grandi film solo perché "vecchi" e in bianco e nero.
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