Regia di Tamer El Said vedi scheda film
CINEMA OLTRECONFINE
Nel 2009 al Cairo, un regista di nome Khalid cerca si raccogliere materiale filmato che lo aiuti a raccogliere testimonianze veritiere, schiette e palpabili di un clima di acuta insofferenza che sta contraddistinguendo molta della popolazione locale, e che sfociera' poco dopo nella sanguinosa rivolta di Piazza Tharir contro il governo di Mubarak, per la rivendicazione dei più sacrosanti diritti, altrove riconosciuti da tempo come inalienabili.
Il cineasta a tal scopo si confronterà con altri amici e colleghi, provenienti pure loro da territori caldi per malumore ed insofferenza, e troverà in Berlino quel luogo da sogno, patria ideale per la realizzazione concreta e possibile ove rendere esplicite le più tangibili e necessarie, sacrosante libertà individuali umane, dunque di espressione, di realizzazione umana e professionale che rispettino le altrui libertà e dignità.
Dal 2008 al momento della rivolta contro il regime (inizi 2011), il regista Tamer El Said ha raccolto centinaia di minuti di girato che documentano l'insorgere di uno stato d'animo di insofferenza generale, la miccia che fa accendere la sommossa, la quale, a sua volta, diviene portavoce una rivendicazione di massa che valica i confini dello stato egiziano per sfociare nei moti che hanno caratterizzato la cosiddetta "Primavera araba" lungo tutta la sfaccettata e multietnica costa del Nord Africa.
Con la complicità di Khalid Abdalla, attore protagonista sensibile e fotogenico, pure produttore del film - di fatto finanziato da capitali tedeschi - nonche' nel film alter ego del regista El Said - il film raccorda le immagini di repertorio di cui sopra, ad un sentito e profondo documento a base narrativa in cui subentrano il regista ed alcuni personaggi legati alla esperienza affettiva e familiare di quest'ultimo ( i colleghi registi di altre nazionalità e la madre malata).
Il risultato è un film complesso che spicca per lucidità e coerenza alla realtà, con le immagini del tempo adfietro che si alternano a quelle narrative, veritiere e sapientemente documentate anzitempo, in modo pressoché inscindibile.
Documenti scottanti e reali, i primi, che tuttavia lasciano spazio e si coordinano di concerto ad una evidente traccia narrativa personale, scandendo l'insorgere delle spinte più acute che hanno portato alla disfatta del regime, con la vita privata ed impegnata di una persona sensibile che ha intuito che qualcosa stava cambiando, e che pertanto appariva necessario e prezioso muoversi, predisporsi a documentare questo epocale, contrastato e anche sanguinoso passaggio storico senza recenti precedenti.
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