Regia di Aldo Lado vedi scheda film
Il crudele assassinio di una bambina porta il padre a indagare in privato sul caso; scopre così inquietanti analogie con un simile omicidio avvenuto quattro anni prima. Nel frattempo però tutte le persone che l'uomo contatta e che sembrano sapere qualcosa sull'assassino, vengono a loro volta eliminate.
1972, siamo nel pieno dell'epoca d'oro del thriller all'italiana, quello diffusosi con i primi lavori di Dario Argento - per intenderci. I toni e le atmosfere di questo Chi l'ha vista morire? sono gli stessi e Aldo Lado, futuro regista Rai ed esordiente l'anno precedente al cinema con il simile La corta notte delle bambole di vetro, ha facile gioco (e sufficienti capacità) nel ricalcare gli stereotipi del filone: omicidi apparentemente inspiegabili, indagini parallele a quelle della polizia, incontri con personaggi ambigui, un velato erotismo morboso, il tutto mescolato con una sana dose di mistero e qualche goccia di psicanalisi (il finale ne è fin troppo pregno, in effetti). Fra gli interpreti si segnalano George Lazenby, Anita Strindberg, Adolfo Celi, Dominique Boschero e Alessandro Haber: date le circostanze, un cast internazionale strepitoso. Sceneggiatura firmata dal regista con Francesco Barilli, Massimo d'Avak e Ruediger von Spies (a dimostrazione della co-produzione fra Italia e Germania); pur mancando evidenti 'colpi di genio' (appunto: alla Argento dei primi tempi) o novità degne di qualche interesse, la narrazione funziona e la tensione non subisce cali palesi; in particolare risulta azzeccato il maniacale tema della colonna sonora a base di voci bianche: ma stiamo parlando di Ennio Morricone, niente di nuovo nemmeno qui. 4,5/10.
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