Regia di Aldo Lado vedi scheda film
A Mégève, in Francia, la piccola Nicole viene uccisa mentre gioca sulla neve. La sua governante, Ginevra Storelli, si trasferisce a Venezia: il caso viene archiviato. Quattro anni dopo, un'altra bambina, da poco giunta in laguna, viene assassinata.
Se con il precedente "La corta notte delle bambole di vetro" Lado aveva nettamente preso le distanze dal cinema di ispirazione argentiana dando una svolta nuova al giallo, qui sembra cambiare idea e facendo così anticipa anche in un certo qual modo il futuro capolavoro di Argento "Profondo Rosso" più precisamente per via di tre trovate: le nenie infantili, Nicoletta Elmi, e la soggettiva nel teatro al buio.
Se le musiche di Morricone svolgono i loro giusto compito creando un'atmosfera tetra e lugubre con un susseguirsi di inquietanti nenie infantili (molto simili tra l'altro al motivetto de "L'uccello dalle piume di cristallo"), tuttavia non si può dire ciò per tutto il resto. La pellicola infatti è fin troppo piena di tempi morti, buchi di sceneggiatura e il ritmo, a tratti davvero estremamente lento, non aiuta per niente alla creazione di una vera e propria area da tensione.
Anche la risoluzione finale e il movente dell'assassino sembrano essere poco originali e convincenti.
Insomma, un indubbio passo indietro per un regista che aveva saputo indubbiamente osare e persino innovare all'interno del giallo all'italiana
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