Regia di vedi scheda film
Il film rappresenta la scomparsa della cultura storica dell'agricoltura in Europa, dopo migliaia di anni.
Una società arcaica fondamentelmente patriarcale, basata sul lavoro, sul rapporto naturale tra uomini e ambiente, sull'assenza di infrastrutture sociali, sulla misoginia, su una dimensione limitata degli orizzonti e delle aspirazioni.
Tutto ciò è finito da tempo nelle regioni meno marginali, meno di confine in Europa; ma negli anni 1960 e 1970, nella periferia finlandese, sta arrivando solo allora la modernità.
Il protagonista vive in una situazione marginale, di confine.
d è lentamente e inesorabilmente schiacciato dalla burocrazia che finanzia chi sa chiedere i contributi agli agricoltori, da leggi che non comprende e che vanno contro i valori arcaici che incorpora, dalla moglie diventa la persona forte della famiglia, dalla povertà incombente da cui non riesce a uscire perché gli mancano gli strumenti di conoscenza e di cultura... in due parole dal mondo che è cambiato, inesorabilmente.
E resta schiacciato, incapace di reagire se non con la violenza, lo straniamento delle sbronze.
Un uomo che ormai è una figura asociale, emarginata, quasi derisa. E che percorre inesorabilmente il sentiero che lo porta alla tragedia.
Una figura epica, grandiosamente recitata dallo stesso regista, che diventa così l'ultimo tragico rappresentante di una cultura del passato.
Personalmente, come considero l'Odissea di Omero ed Ulisse i primi rappresentanti della modernità in Europa, così Otto colpi fatali e Pasi sono gli ultimi rappresentanti del mondo agricolo arcaico.
Imperdibile.
Eccezionale interpretazione di Niskanen.
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