Regia di Wang Bing vedi scheda film
34 TFF - TFFDOC/ FUORI CONCORSO
L'esodo minore in quanto inerente un popolo di una regione ai margini del mondo, è inesorabilmente destinato a passare in sottofondo, in basso alla lista delle tragedie umane che ogni giorno sono tristemente incentrate su veri e propri viaggi della speranza.
Ben vengano allora documentaristi eccezionali del rango di Wang Bing, in grado di aiutarci a capire, o almeno informarci, di ciò che a stento arriva sui blog di informazione ed i giornali.
I Ta'ang sono un popolo di circa 800 mila anime che vivono nel Myanmar, al confine con la Cina, costretti a migrare in massa proprio nel paese confinante a causa di una guerra civile che dal 2015 separa in due il paese.
Bing segue la migrazione di massa, le donne indifese e stravolte, i bambini che nel pieno della loro innocenza sanno vivere il dramma con la gioia di una avventura entusiasmante ed esclusiva, testimonianza di una indolente voglia di vivere che infonde coraggio anche tra gli adulti più disperati.
Il cineasta filma la vita che cerca di continuare: la costruzione di tende di fortuna ove prendere sonno, i lavori nei campi a raccogliere canne per guadagnare il minimo di sussistenza, le telefonate delle donne ai propri cari lasciati chissà dove; ma anche la gioia sconsiderata ed imprudente, ma vitale, dei bambini che riescono a sentirsi al sicuro grazie alla sola presenza di una madre al loro fianco, e delle storie che ella racconta loro prima di dormire.
Tutto naturale e quindi tutto più drammatico perché reale.
Alcuni guardano la macchina da presa, spesso i bambini, ma l'effetto è ugualmente e straordinariamente autentico in quanto in realtà quei visi insicuri siamo sicuri che guardino noi, al sicuro, sempre a lamentarci di nulla, e troppo poco consapevoli della fortuna che abbiamo e non sappiamo valutare, se non apprezzare.
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