Regia di Claire Denis vedi scheda film
Questo film rappresenta l'abisso che separa la potenzialità dalla realizzazione, da ciò che potrebbe essere e ciò che è. L'aspirazione sarebbe, forse, il viaggio metafisico nei torbidi meandri dell'animo umano, muovendosi sui sentieri tracciati da giganti. Ma Kubrick e Tarkovskij sono lontani ed irraggiungibili come l'orizzonte degli eventi. C'era, probabilmente, un sincero tentativo di lambire il vero affidandosi, necessariamente, ad una espressività ellittica, in sottrazione. Ma non c'è niente di più triste di una ricerca che, nemmeno iniziata, fallisce. Così ciò che viene rappresentato è piuttosto il totale smarrimento, la mesta irraggiungibilità di ciò a cui si tende, l'impraticabilità di ogni percorso di sapienza per chi è dotato di una volontà senza visione nè talento. Il film, che punta alle stelle, deraglia alla prima curva verso il cielo e diverge in uno sterile viaggio attraverso il nulla. Viaggio noiosissimo, peraltro, in cui ogni tentativo di sensazionalismo ha il sapore stantio della prevedibilità. Perchè non c'è nulla di più scontato (e noioso) della menzogna.
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