Regia di Aisling Walsh vedi scheda film
“- Perché credi in Dio?
- Perché non credo nelle persone. Se non credessi in Dio, sarei perduta per sempre.”
E fa bene Eva (toh! guarda un po’ che nome...), la ragazza suicida, a credere in Dio, perché proprio Dio (incarnato) è uno dei personaggi protagonisti del film. Un film che è un peccato dover catalogare come “film per la tv”, perché potrebbe essere piuttosto iscritto fra le tragedie greche dei classici, tipo “Le Metamorfosi” di Ovidio, o giù di lì, con la piccola Eva che, con la sua storia, trasforma man mano ogni singolo personaggio che interviene nella vicenda da ciò che sembra a ciò che è. O che potrebbe essere. O viceversa... Dio può permettersi queste ed altre ben maggiori capriole.
“An Inspector Calls” è un film anzitutto girato benissimo, una regia e una fotografia degni dei migliori autori inglesi, ed è una storia architettata in maniera molto originale e coinvolgente. Partendo con una connotazione molto “terrestre” (contrapposizioni di ceti sociali, rivendicazioni sindacali), finisce con l’attribuire a quel fluire degli eventi al quale l’umanità non sa e non può opporsi, qualunque sia il ceto di appartenenza, il ruolo dominante e ineluttabile che chiama ciascuno alla (dura) vita e alla (dura) morte, e all’assunzione delle proprie responsabilità.
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