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Dalida

Regia di Lisa Azuelos vedi scheda film

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La recensione su Dalida

di steno79
5 stelle

Dalida' è stata uno di quei personaggi fortemente emblematici di un'epoca che al cinema avrebbe potuto funzionare a meraviglia, se solo si fosse trovata la chiave giusta per raccontarne la storia. Invece, dopo una fiction di circa dieci anni fa con Sabrina Ferilli che non ho visto, ma i cui commenti sono stati comunque negativi, eccoci adesso con questo film diretto da Lisa Azuelos, figlia dell'attrice Marie Laforet, che manca ugualmente il bersaglio. Purtroppo, il bio-pic è un genere ad alto rischio se non si cerca di dire qualcosa di originale sul personaggio e qui, a parte una struttura a flashback fin troppo contorta che parte senza motivo dal primo tentativo di suicidio della cantante per poi tornare indietro, il ritratto di Dalida è quello bidimensionale di una fiction televisiva, non c'è stato un tentativo di approfondimento della storia e del suo contesto, le parti sentimentali e melodrammatiche non brillano per intensità, ci sono troppi inserti musicali che lo trasformano in una specie di lungo videoclip musicale in cui la messa in scena è competente ma non riesce a compensare alle carenze che ho esposto finora. Buone alcune scelte di casting, soprattutto quella della semi-esordiente Sveva Alviti che ha fascino e grinta e una discreta somiglianza col prototipo (ma la Alviti è più bella, senza dubbio); fra i caratteristi non male soprattutto Alessandro Borghi come Luigi Tenco, di cui restituisce bene l'angoscia pur con poche scene a disposizione, e un Riccardo Scamarcio piuttosto gigionesco, non al meglio della forma recitativa rispetto ad altre sue prove precedenti. Insomma un film che avrebbe potuto essere certamente migliore, utile per una conoscenza del personaggio e delle sue canzoni principali (toccante l'esecuzione di "Je suis malade" che riflette la vera depressione di Dalida' che la spingerà al suicidio), ma purtroppo resta un'occasione sprecata.

Voto 5/10

Sveva Alviti, Jean-Paul Rouve

Dalida (2017): Sveva Alviti, Jean-Paul Rouve

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