Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film
Film sensazionale, nel senso che fa sensazione (a me) che ci siano filmcosì diversi da tutto quanto viene solitamente proposto sul mercato.
Allora, comincerei col dire che è raro vedere film del genere, e serviva un regista come Jarmusch, che l’ha anche scritto, perché succedesse. E’ un film non film, non succede assolutamente nulla per tutto il tempo, se non la vita di tutti i giorni. Il bravo Adam Driver fa l’autista di autobus, ha una bella moglie a casa, la quale si ingegna a passare le ore tra dipingere, provare a suonare la chitarra e fare dei gran cup cakes. Hanno un cane traccagnotto, che il protagonista ogni sera porta a fare una passeggiata, quando, sempre ogni sera, si reca al suo bar di fiducia. Fine, sarebbe da dire, perché questo viene riproposto per ogni giorno feriale della settimana.
Ma…c’è un bel ma, il nostro autista, quando gli viene l’ispirazione, scrive poesie (va detto che sono belle poesie, poi scopro che sono state scritte da un vero poeta); le tiene tutte ini un quadernetto e non le pubblica. Poi succederà qualcosa che non anticipo. E poi alla fine ci sarà una chiacchierata irreale, surreale, con un poeta giapponese, che è forse la chiave del film. Film che a sua volta è di per sé stessa un’opera poetica, classico film a cui ancora pensi settimane dopo che l’hai visto.
Perché poi la scena finale è emblematica, con il sempre vivo problema tra avere e essere. Il protagonista, infatti, ha un lavoro, fa l’autista, ma non è un autista, lo fa. Lui in realtà è un poeta, come forse si accorgerà 5’ DOPO che il film è finito. O mai, chissà. Come dicevo, film particolare, ovviamente non per tutti, ovviamente d’essai (al botteghino, in quel mercato di super nicchia, non andò malissimo), film a cui infine darò un 7,5, ma se devo arrotondare vado più sull’8 che sul 7, perché anche le musiche sono belle e certe immagini sono addirittura magnifiche. Critica in comprensibile e unanime visibilio, pubblico piacevolmente sorpreso. Partecipò a Cannes ma fu battuto da Io, Daniel Blake, che probabilmente gli è inferiore.
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