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Paterson

Regia di Jim Jarmusch vedi scheda film

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La recensione su Paterson

di sasso67
7 stelle

L'ultimo film di Jarmusch (insieme a Gimme Danger, su Iggy Pop e gli Stooges) è permeato da un sentimento quasi panteista e caratterizzato da un'etica kantiana, rigorosa e laica al tempo stesso,  nel quale un ruolo fondamentale, con la sua presenza pregnante, è rivestito da una delle principali invenzioni umane, cioè il tempo.

Jarmusch è un regista americano anomalo, dalle radici ancora abbarbicate all'Europa e, forse attraverso l'amico Benigni (cui trent'anni fa affidò una parte nel suo Daunbailò), ha conosciuto i grandi classici della poesia italiana come Dante e Petrarca, di cui si sente parlare nel film, però il Paterson personaggio, come poeta, ricorda di più autori come Gozzano o (butto là un nome che mi viene in mente) Betocchi, per la poetica ed il linguaggio delle piccole cose quotidiane (di cui oggi, forse, qualcuno parlerebbe in termini di "minimalismo"), evidenziandone comunque l'importanza evocativa.

Non è un film privo di difetti, anche confrontandolo con le opere precedenti del regista: la città e la famiglia del protagonista sembrano non dico finti ma un po' sublimati, quasi da spot televisivo o da una sorta di Truman Show buonista. E tuttavia, pensare un cinema così sobriamente etico conferma Jarmusch, almeno ai miei occhi, quale uno dei maestri contemporanei. (12 marzo 2017)

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