Regia di Konrad Wolf vedi scheda film
Ognuno è chiamato a scegliere, tra pressioni e intimidazioni, e ognuno fa la sua scelta.
Il regista Konrad Wolf gira come al solito un bel film, anzi molto bello, benché senza il suo abituale scenggiatore Wolfgang Kohlhase. Il dramma teatrale da cui esso proviene è del padre Friedrich Wolf, ed era già stato portato sullo schermo in Unione Sovietica con uno stampo fortemente propagandistico pro-URSS. Non così accade in questo caso.
Il regista tedesco-orientale racconta un'appassionata vicenda di resistenza al nazismo. L'ambientazione e il contesto non sono meno efficaci della storia raccontata. Siamo nel 1933, quando le strade (e poi anche gli edifici) sono funestate dalle scorribande delle squadre naziste, le quali dirigono la loro azione contro coloro che ritenevano i nemici del popolo. Tra questi c'erano inannzitutto gli ebrei. La pellicola ci presenta alcune figure della resistenza, ossia degli attivisti comunisti, e dei semplici cittadini apolitici che si riufiutavano di asservirsi all'ideologia nazista. Nello stesso senso, vediamo un professor Mamlock fiero oppositore del regime in modo meramente umano, diversamente dal figlio che lo fa in modo ideologico. Il padre non è un attivista, ma cionondimeno si oppone con fermezza ai principi che il regime vuole imporre a tutti. La sua resistenza è schietta, pulita, sincera, avulsa da qualsiasi secondo fine politico. Il fatto curioso è che il film presenta in una luce leggermente ambigua i comunisti e il figlio stesso, benché pure loro impegnati nella giusta lotta. Sono piuttosto irruenti, un po' fanatici, e agiscono in modo scomposto in preda come ad una febbre. Per questa loro agitazione mancano di quello sguardo acuto e di quel discernimento che ha il professor Mamlock. Questa contrapposizione si ripercuote nei rapporti padre-figlio, i quali giungono infine ad una rottura totale.
L'abilità di Konrad Wolf sta nel rappresentare questi contrasti e queste vedute in modo morbido eppure chiaro, sì da non rendere possibile alcuna accusa di anti-comunismo. Il regista sembra spezzare una lancia in favore dell'umanità, la quale ai suoi occhi deve essere l'unico motivo per opporsi ad un regime disumano. E' vero che i nazisti sono prepotenti ed arroganti, ma non per questo riescono a prevalere: piuttosto grazie all'acquiescenza, alla vigliaccheria, e all'opportunismo di molti. Ciò che distingue Mamlock dai suoi colleghi è la sua forza morale, che gli permette di non sottomettersi, quali siano le conseguenze. Per i colleghi sarebbero state al massimo il licenziamento, per lui invece la morte.
Il tutto è raccontato in una splendida veste cinematografica: bravi attori, racconto fluido, fotografia notevole e una tecnica che ha tutto da insegnare. Konrad Wolf fu il maggiore regista della DDR, e decisamente andrebbe fatto conoscere anche in Italia.
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