Regia di John Sturges vedi scheda film
Un crescendo di tensione orchestrato mirabilmente da John Sturges. Attori perfetti.
Su una spiaggia un uomo (Barry Sullivan) rimane con una gamba bloccata sotto una trave di un vecchio pontile. Il figlioletto (Lee Aaker) e la moglie (Barbara Stanwyck) ben poco possono fare per aiutarlo, allora quest'ultima parte in cerca di aiuto. Sfortunatamente però si imbatte in un pericoloso criminale ricercato dalla polizia (Ralph Meeker).
Un piccolo gioiello di tensione e sapienza narrativa, diretto con intelligenza e notevole perizia da un John Sturges ad inizio carriera, ma già perfetto conoscitore del mezzo cinematografico.
Uno spunto piuttosto singolare, cioè quello di un uomo bloccato sotto un trave che rischia di essere sommerso dalla marea e sua moglie che va a cercare aiuto (qualcosa di simile si vedrà l'anno dopo ne "Il prigioniero della miniera", seppure in circostanze ben diverse), che viene sviluppato sapientemente, tenendo alta la tensione per farla poi culminare nel finale.
Particolarmente interessante risulta il rapporto, piuttosto ambiguo, tra la donna e il criminale: nel momento in cui lei comprende che l'unico modo per convincere il bandito ad aiutarla è quello di sedurlo non esita a farlo. Con il risultato che il bandito subisce una metamorfosi e alla fine sembra persino riacquistare umanità.
Decisamente anomala la conclusione: il fatto che il personaggio interpretato da Meeker non venga assicurato alla giustizia e riesca a fuggire via (per giunta con il beneplacito della donna) deve essere stato di certo un duro colpo per il Codice Hays, il quale non permetteva che alla fine di un film un criminale rimanesse impunito.
Impagabile Barbara Stanwyck, che nella scena in cui accetta la sigaretta dal suo rapitore e lo seduce ci riporta alla mente la sua Phyllis Dietrichson de "La fiamma del peccato"; non è da meno Ralph Meeker, perfetto nella parte del delinquente che alla fine non è poi così cattivo come sembra.
Ignorato per molto tempo e trattato con sufficienza da diversi critici, tra i quali Paolo Mereghetti, "La marea della morte" è invece un film di qualità, assolutamente meritevole di una riscoperta.
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