Regia di Gianni Amico vedi scheda film
Fine Ottocento. In una sfarzosa villa di campagna una coppia riceve la visita di un'altra coppia di amici. Disquisendo sulle affinità elettive, cioè la capacità di attrazione che regola le forze della natura, i quattro si ritrovano molto presto coinvolti a fondo - personalmente - nella questione.
Tre puntate di circa 70 minuti ciascuna, per un totale di 3 ore e mezza di trasmissione televisiva: la Rai produce questo 'sceneggiato' (così si usava definire all'epoca i film/le fiction prodotti per il piccolo schermo) che si ispira liberamente al celeberrimo romanzo di Wolfgang Goethe. La regia è affidata all'esperto Gianni Amico, impegnato solitamente in un cinema autoriale, quando non direttamente 'politico'; la rilettura del classico della letteratura tedesca lo vede firmare anche la sceneggiatura insieme a Italo Alighiero Chiusano e a Marco Melani (che è anche assistente di Amico). Difficile spendere entusiasmo per un'opera tanto prolissa e impregnata di dialoghi, nella quale l'azione (e così i cambi di scena, e il numero dei personaggi) sono molto molto limitati e la narrazione procede con ritmi accettabili forse nel 1978, ma che ben presto sarebbero risultati fin troppo placidi. La forma non si discute: la messa in scena è curata, ma evidentemente legata agli standard catodici; gli interpreti principali sono una giovanissima Francesca Archibugi - appena diciottenne, all'esordio come attrice e ancora lontana dal debutto dietro la macchina da presa -, Nino Castelnuovo, Paolo Graziosi e Lucia Poli. Amico continuerà a lavorare ancora per qualche anno, quasi esclusivamente per la Rai, prima della prematura scomparsa avvenuta nel 1990 a soli 57 anni non ancora compiuti. 3,5/10.
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