Regia di Ti West vedi scheda film
MAI USCITO AL CINEMA IN ITALIA
VISTO IN STREAMING SU NETFLIX
Come arruolare due grandi attori, usarli come proverbiale specchietto per le allodole e degradarli al servizio di un brutto film, che più di scimmiottare due-tre stili diversi del genere non riesce a fare, lasciando lo spettatore più che deluso, infastidito. Come farlo? Per capirlo basta prendere il caso di questo western di Ti West (al limite dello sperimentale nel 2013 con il ‘finto’ documentario The Sacrament), recuperandolo in streaming e raschiando da qualche parte la pazienza per seguirlo fino alla fine.
È colpa mia. Avrei dovuto informarmi di più sul regista quarantaduenne di Wilmington (Delaware, Usa) e dedurre che un appassionato di horror come lui (di cui scrive anche la sceneggiatura), con esiti per lo più commerciali, difficilmente avrebbe potuto stupire giocando su altre superfici. E infatti, non ha stupito. Anzi, come detto, ha stufato.
Eroe della pellicola è un disertore dell’esercito nordista che vagabonda tra rocce e polvere in compagnia di una vispa cagnetta, con la quale conversa come fosse una vecchia amica, allo scopo di raggiungere il Messico e ritrovare sé stesso, dopo le atrocità della guerra contro i nativi americani che lo hanno trasformato in una sorta di misantropo. Il suo viaggio un po’ casuale lo fa giungere in un ex paesotto minerario mezzo abbandonato, in cui vige la violenta legge del figlio idiota dello sceriffo. Nel modo più banale che si possa immaginare, il Nostro entra in conflitto con il suddetto decerebrato, espediente narrativo che dà il via alla stravista trafila vendicativa.
Per questo sono stati scomodati nell’ordine: Ethan Hawke (apprezzato nel 2019 in La strada che scegli) e John Travolta, che all’incirca da un quindicennio non ne azzecca più una (l’ultima performance accettabile risale al 2009 con la parte del cattivo in Pelham 1-2-3: ostaggi in metropolitana). Hawke negli ultimi anni si è cimentato più volte con pistole e cinturone, ma non è il mestiere che fa per lui. Qui la colpa è più dello script e della direzione, che lo relegano nei panni di un combattente troppo moscio e svigorito per essere poi credibile quando c’è da far cantare i revolver. Travolta, come detto, ha decisamente perso l’antica ispirazione ma come sceriffo burbero e baffuto, padre di un disadattato che si atteggia a killer spietato, non aveva nessuna possibilità di riscatto. Nota di demerito, ma forse senza la totale responsabilità, per il povero James Ransone (che deve essere diventato amico di Ethan Hawke visto che nel giugno 2022 sarà al suo fianco nell’horror Black Phone), che in questo caso paga anche la profilatura di uno dei cattivi più demenziali – al limite della comicità involontaria - che ricordassi da molto tempo.
Unica nota positiva di questo autentico flop, è la plausibilità degli scontri a fuoco e di alcune scene cruente, con in più un ricorso decoroso allo splatter di stampo tarantiniano che, almeno, conferisce un po’ di vigore a una narrazione in immagini davvero fiacca. Non lo consiglio, ovviamente. Voto 4,3.
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