Regia di Michael Ritchie vedi scheda film
Bill McCain è il candidato ideale che i Democrats designano per un posto al Senato: è un giovane avvocato dalle idee abbastanza progressiste, figlio dell’ex governatore della California, schietto e liberal, e, tra l’altro, anche molto bello. La sua missione è quella di sconfiggere il potente avversario repubblicano della sua contea, e ci riesce. Ma la sua anima, all’inizio sinceramente votata all’aiuto e al servizio del popolo, risulta irrimediabilmente corrotta dal sottile fascino della politica. Questo apologo morale sull’etica nella cosa pubblica è un film che ogni aspirante uomo politico dovrebbe studiare, vedere, ascoltare, capire. È certamente una storia che, estrapolata dal contesto statunitense, ne risentirebbe, essendo un film profondamente americano, sia tematicamente (il sistema elettorale di quel paese è complesso e degno di interesse) che tecnicamente. È, in fondo, un’altra variante del sogno americano, inconsapevole e involontario, però. In realtà si presenta come un racconto di formazione politica, e non sperate che finisca bene – emblematica, a tal proposito, risulta l’ultima preoccupata domanda di Bill al suo agente politico: “E adesso cosa facciamo?”. Le critiche che si muovono sono verso la sceneggiatura di Jeremy Larner, non tanto per i dialoghi, i quali si registrano assai efficaci e pertinenti, quanto la didascalica maniera con la quale è trasportata sul grande schermo. Questa campagna elettorale in celluloide, analizzata sia dietro le quinte che di fronte agli occhi della famigerata opinione pubblica, è certamente un film più di Robert Redforf che del regista Michael Ritchie. E lo splendido Bobby, che recita il suo McCain più kennediano dei Kennedy, è magnifico in questo ritratto di un uomo normale che si scopre arrivista e nasconde le sue ambizioni grazie ad un super staff di pubblicitari.
In tema.
Voto: 6.
Il padre, roato uomo politico già governatore. Bravo.
L’avversario repubblicano. Bravo.
L’intelligente pubblicitario che costruisce l’idolo McCain. Bravo.
Lo splendido Bobby recita il suo McCain più kennediano dei Kennedy, magnifico in questo ritratto di un uomo normale che si scopre arrivista e nasconde le sue ambizioni grazie ad un super staff di pubblicitari. In quanto l’hanno sognato Presidente degli Stati Uniti?
Più che suo, il film è dell’attore-produttore Redford: la sua mano sicura è un valido ausilio, nonostante qualche momento dilatato.
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