Regia di Allan A. Goldstein vedi scheda film
E' più un mafia-movie televisivo che una lettura eversiva della giustizia privata come nei primi episodi. Stavolta il mitico Paul Kersey deve vedersela con un capo mafia irlandese. La guerra non si fa più nei ghetti sporchi delle città, ma nel cuore della City, tra la verticalità dei grattacieli e tra il lusso dei suoi vetri a specchio. In una New York innevata l'enorme Charles Bronson si fa più partecipe emotivamente tralasciando quella maschera di morte che segnava anche iconograficamente il primo episodio. Nonostante il titolo completo tradisca questa nuova aderenza al personaggio Bronson rimane sempre nella parte, e la regia lo aiuta e mantenere intorno al suo personaggio un alone mitico quasi ultraterreno. C'è tanta violenza, a volte sterilizzata dall'estetica televisiva, ma pur sempre incisiva ai fini dell'obiettivo principale: far odiare il cattivone di turno tanto da giustificare l'impresa del Giustiziere. Il film poi s'avvale di caratteristi Doc come Michael Parks, Kenneth Welsh il diabolico Windom Earle di "Twin Peaks" e Robert Joy le cui fattezze ricordano il giovane Klaus Kinski.
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