Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il cantastorie

di cherubino

6 stelle

Uno su dieci, non di più! E allora il figlio più piccolo di una poverissima famiglia brasiliana viene scelto dalla madre per essere istruito a spese dello Stato. Ce la farà?

IL CANTASTORIE (2009)

Sono sempre attratto dalle "storie vere" e dunque ieri notte mi sono visto questo film brasiliano pittosto recente di cui non avevo mai sentito parlare.

Quasi del tutto privo di colonna sonora, mi sembra voglia sottolineare con ciò proprio l'aspetto documentaristico di una storia tratta dalla realtà, ma non c'è dubbio, credo, che - anche per questo motivo - occorra una buona dose di convinzione per non essere indotti ad un certo punto a lasciar perdere senza arrivare alla fine, nonostante il film inizii col tentativo di suicidio di un povero ragazzo brasiliano suscitando così l'interesse dello spettatore sulla sua sorte prima di continuare in flashback.

Il fatto è che la storia di questo ragazzino considerato "irrecuperabile" è presentata con delicatezza, vorrei dire anche "tenerezza", forse eccessive, nel senso che mancano scene veramente "forti" a descrivere le sue brutte esperienze; e si capisce subito che il tredicenne è destinato ad un felice prosieguo della sua vita, anche perchè la pedagoga francese che se ne prende cura non è presentata solo come una donna normale con spiccato senso materno ma direi quasi come una santa.

"Eppure la conosco!", mi dicevo di questa brava attrice portoghese sui cinquant'anni, Maria de Medeiros; e c'ho messo un po' a ricordare: era la fidanzata di Bruce Willis in "Pulp Fiction"! Naturalmente rispetto a ventidue anni fa un tantino diversa ma sempre con la sua naturale femminilità.

Il limite di questo film mi sembra derivi essenzialmente dal fatto che è stato prodotto - mi dice Wikipedia - nell'ambito di un "Projeto Escola" (cui hanno contribuito istituzioni brasiliane pubbliche e private) che combatte la dispersione scolastica e diffonde l'importanza dell'educazione nelle fasce più povere ed emarginate di quella società. Assai condivisibile, ma "si sente" troppo.

Nonostante ciò, non sono affatto dispiaciuto di aver passato cento minuti a vedere una storia a lieto fine che riguarda un tema così importante. Com'è importante, ci ricorda il titolo stesso del film, che queste storie vengano raccontate.

Tre stelle.