Regia di Charles Shyer vedi scheda film
Quando Hollywood è a corto di idee ricorre sempre alla riesumazione di vecchi e celebri classici, tra l’effetto nostalgia e l’usato sicuro. Non poteva mancare dunque il remake de Il padre della sposa, pungente e simpatica commedia del 1950 ispirata ad un romanzetto di Edward Steeter. E non disponendo più di quella razza estinta e favolosa di attori alla quale apparteneva, e che rappresentava al meglio, l’immenso Spencer Tracy, si è affidata la parte del cinquantenne in crisi e agitato al bravo e buffo Steve Martin, un talento più comico rispetto a Tracy. La storia è praticamente la stessa, con la variante temporale dei primi anni novanta: quando la figlia maggiore di George e Nina annuncia il suo matrimonio, il padre cade in una crisi disperata ed esagerata. Guarirà. Il guaio di questa pur divertente commedia è quella del dejà-vu, qualcosa di già visto, ripetitiva nei gags pur piacevoli, meccanica nello sviluppo narrativo. Intorno al buon Martin ruotano la dolce Diane Keaton come moglie serena e Martin Short come esuberante addobbatore della casa per il matrimonio.
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