Regia di Mario Orfini vedi scheda film
Eva lascia Gene; lui in tutta risposta le libera un serpente velenosissimo nell'appartamento e la chiude a chiave da fuori. La donna vive istanti di panico, ma non si perde mai d'animo, cercando ripetutamente di uccidere l'animale prima di venirne uccisa. Fino a che Gene rientra in casa, convinto di trovare Eva ormai morta.
Thriller con aspirazioni internazionali (non del tutto mancate, peraltro), Mamba è la seconda regia cinematografica - a dieci anni di distanza dal semisconosciuto Noccioline a colazione (1978) - per Mario Orfini. Maggiormente noto come produttore, Orfini se la cava anche dietro la macchina da presa; qui imbastisce insieme a Lidia Ravera una sceneggiatura ansiogena, tutta basata sul terrore dei rettili, con ritmo altalenante ma finale di sicura presa, per quanto blandamente lieto. La struttura narrativa a ogni modo funziona, pur con i limiti evidenti della scelta di lasciare sola in scena la protagonista per la maggior parte dell'opera; Trudie Styler (di lì a poco moglie di Sting) non è attrice di grande presenza scenica, ma neppure dannosa. Nel cast anche Gregg Henry e Bill Moseley, buona la confezione grazie a un cast tecnico che annovera tra gli altri Giorgio Moroder (colonna sonora), Dante Spinotti (fotografia), Claudio Cutry (montaggio, anche produttore). Accolto in maniera ambivalente dalla critica, Mamba è stato comunque di sprone per Orfini a continuare la carriera registica; purtroppo per lui, però, la sua prossima pellicola sarà il passo falso di Jackpot (1992, con Adriano Celentano). 4/10.
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