Regia di Agnieszka Holland vedi scheda film
Un grido silenzioso, un coraggioso atto di doverosa riflessione sulla natura e su ogni forma di vita. Film di un lirismo talvolta straziante ma pieno anche di ottimismo, che germoglia proprio nel dolore e nel massacro degli (spesso indifesi) animali.
Polonia, Klodzko Valley. La solitaria, anziana, Janina Duszejko (Agnieszka Mandat) conduce una mite esistenza, insegnando inglese in un paese isolato, sommerso per lungo tempo dalla neve e in compagnia dei suoi due fedeli cani. Animalista convinta, conduce una personale lotta, senza ottenere alcun ascolto, contro i bracconieri. I rappresentanti della religione e delle forze dell'ordine la ritengono semplicemente eccentrica, stravagante e forse anche un po' folle. Fintanto che il corpo senza vita di un cacciatore viene rinvenuto in un insolito contesto: circondato da tracce di zampe, apparentemente di cervo. È solo il primo decesso di una catena che vede vittime una serie di cacciatori, tra i quali persino il sindaco.
"Gli assassini sono degli animali. Le vittime erano dei cacciatori. Jaroslaw Wnetrzack scuoiava le volpi mentre erano ancora vive, e la legge glielo consentiva. Le faceva soffrire crudelmente finché un giorno, magari, quelle povere creature non ce l'hanno più fatta e allora si sono vendicate (...) Passi davanti al macellaio e vedi solo della carne... ma si tratta del corpo squartato di un essere vivente!" (Janina Duszejko / Agnieszka Mandat)
E solo la sensibilità, la dolcezza e l'intelligenza femminile potevano stare alla fonte di un film come Spoor, ovvero un trattato di umana pietà e consapevolezza del tutt'uno che lega essere umano e natura. La Holland, supportata in regia dalla Adamik, compone una serie di scene di estremo lirismo, di spiazzante determinazione ma anche, purtroppo, di angosciante solitudine. Campi lunghi su "quadri" della natura, punti macchina che ritraggono emozionanti tramonti, montagne innevate e animali in fuga tra i boschi. Visivamente un piacere per gli occhi, per come ogni inquadratura ricercata si adatta (anche cromaticamente) al contenuto. Spoor è un film pregno di lirismo e poetica concessione verso i più umili, indifesi e gentili. Janina (una strepitosa Agnieszka Mandat) parla dei suoi cani come fossero figli, tratta ogni essere vivente nel migliore dei modi possibili. Una visione idilliaca del Mondo che si scontra con la cruda realtà della caccia.
Se è vero che la protagonista trova nell'entomologo (altrettanto rispettoso verso gli insetti) un ideale compagno, è pure certo che a nulla serve il pianto straziante (mentre abbraccia un cinghiale agonizzante, vittima della caccia di frodo) e il continuo urlare in faccia al parroco e ai tutori dell'ordine che "gli animali vengono uccisi impunemente". Questa paladina dei maltrattati, questa portavoce dei perseguitati, affranta dalla sordità della popolazione, inascoltata dalle istituzioni, finisce essa stessa per cadere nel peccato più contradditorio: "La violenza non ridà la vita", pronuncia ad un certo punto, quasi volesse convincere se stessa. Spoor è un bellissimo film, che riesce ad inserire all'interno di una splendida confezione, un messaggio importante. Un messaggio di speranza, di rispetto, di amore verso la natura in generale, e verso ogni forma di vita in particolare.
Citazioni
"Siamo nel mese di marzo e la caccia al cinghiale è proibita. È privo di ogni logica! È permesso uccidere qualcuno fino al 28 febbraio ma il giorno dopo no. A me questa sembra una cosa veramente priva di logica. È morto dopo una lunga agonia. Gli hanno sparato ai polmoni!" (Janina denuncia alle autorità la caccia di frodo, vittima un cinghiale)
"Nel 1846 uno sciame di api ha ucciso un uomo, pungendolo, e poi le api sono state processate e condannate a morte da un vero tribunale umano. Agli inizi del '300 dei maiali hanno ucciso e mangiato un bambino, e anche loro poi sono stati processati e giustiziati. In Italia dei bruchi hanno mangiato un'intera vigna (...) Ma perché andare così indietro nel tempo? L'influenza aviaria, la pandemia, diffusa in tutto il mondo, si tratta solo di una sofisticata forma di vendetta per il male che noi facciamo agli animali. Noi continuiamo a ingrassarli, ad ammazzarli come in una catena di montaggio." (Janina si sfoga, inutilmente, davanti al commissario)
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