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Charlot bugiardo

Regia di Mabel Normand vedi scheda film

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La recensione su Charlot bugiardo

di scandoniano
6 stelle

Charlot è garzone in un caffè, ma conoscerà la gloria aristocratica quando entra nelle grazie della bella contessina Mabel (la Normand, naturalmente). Ovviamente mantenere la (falsa) identità non sarà facile.

Si canta e si balla nel cabaret dove Charlot fa il cameriere, tanto da non curarsi dei numerosi pasticci che la sua usuale  goffaggine gli fanno combinare. Ma durante la pausa, egli vivrà la sua celebrità entrando nelle grazie di una contessina, che viene sottratta dalla grinfie di un malintenzionato.

Il film è considerato una sorta di co-regia tra Chaplin e Mabel Normand (che interpreta anche la contessina) dato che non c’è mai stata chiarezza sulla paternità di questa dodicesima fatica dell’attore inglese. Un dettaglio su un divertente bigliettino con cui Charlot millanta di essere ministro della Groenlandia ed una scena onirica sono le principali variazioni da segnalare su un tema oramai pienamente affermato, in cui la storia però non è più solo un pretesto per mostrare la bravura di Chaplin.

Dei 12 film girati finora, questo è il più lungo (33’), nonché quello più maturo sul piano della regia (numerosi escamotage tecnici aiutano il ritmo della pellicola). Tra italiano ed inglese, il film ha una sequela non indifferente di titoli: “Charlot garzone di caffè”, “Nel caffè”, “Charlot cameriere”, “Charlot bugiardo”, “Caught in a Cabaret”, “The Waiter”, “Jazz Waiter”, “Faking With Society”.

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