Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film
Celentano e la Muti, uniche colonne di un film fatto di carta pesta, ma che la spunta.
E' un film cinematograficamente molto esile e semplice, forse anche ingenuo, che ha però i suoi punti di forza nella simpatia dei due protagonisti e nei dialoghi paradossali tra di loro; soprattutto i doppi sensi di Celentano e gli errori linguistici della Muti (come il Buco Romano invece del Foro Romano).
Castellano e Pipolo non pensano molto alla posizione della macchina da presa (sempre banalmente frontale) o al montaggio, e si accontentano di una regia tecnica al minimo scolastico, mentre si concentrano più sugli attori e appunto i dialoghi (scritti da loro), i quali riservano, accanto a qualche battuta non riuscita, anche più di qualche spensierata risata. A questo proposito le disquisizioni economiche di Celentano al pranzo dell'ambasciata sono proprio divertenti.
Mi ricordo bene la noia mortale di "Grand Hotel Excelsior", che i due registi avrebbe girato l'anno successivo, mentre qui paiono tutto sommato a loro agio. Nonostante i suoi evidenti limiti, la pellicola finisce dunque per spuntare la sufficienza e per offrirci un'oretta e mezza di divertimento innocente; infatti, perché tra l'altro vengono evitate le volgarità e le grevità dei "pierini" di quel periodo, ma anche e soprattutto dei moderni cinepanettoni.
Celentano è a briglia sciolta, e ci offre del suo; la Muti, dall'altra parte, si trova a suo agio a duettare col Molleggiato, il quale a sua volta non la disprezza affatto. In un paio di casi lei sembra volersi spogliare, ma i registi fuori campo devono averle fatto cenno di no.
A favore della riuscita complessiva giocano anche certi interventi musicali al livello di recita parrocchiale, ma anche sinceramente ingenui e spontanei, e quindi in fondo carini. Carini anche lo sconfinamento fantasy del pupazzo di scimmia che parla e guida la moto, e il finto split-screen della telefonata.
Come altri hanno detto, malgrado i suoi limiti, in fin dei conti è un film che ci fa rimpiangere un certo modello di commedia che oggi non si riesce più ad infilare.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta