Regia di Andrew V. McLaglen vedi scheda film
"Bandolero!" è un gran bel western perchè semanticamente ha tutto: dagli straordinari paesaggi desertici del Messico alle revolverate di banditi contro sceriffi contro bandoleros, passando per una love story di sapore romantico (lui è un bandito), e per una fratellanza abbastanza scontrosa, ma non troppo. Anche il ritmo è buono. E' sicuramente un film di puro intrattenimento, e se anche finisce disperatamente, non è la disperazione la protagonista assoluta della pellicola. A differenza che in Peckinpah, qui i protagonisti sono perdenti solo alla fine, e per tutto il film invece mantengono uno status di simpatiche canaglie che farebbero presagire ben altro finale. A differenza che in Eastwood, qui non c'è traccia di esistenzialismo, di riflessione profonda sul mondo (il west) e l'uomo (il pistolero) e la loro interazione (il pistolero nel West), ma soltanto tipi posizionati su uno scenario da favola che fanno bene quel che devono fare: sparare, scappare, amare, cavalcare e morire. E come muore Dean Martin, muoiono in pochi. Quel sorrisino canaglia che l'accompagna in tutti i film dall'inizio alla fine è una grann bella derisione alla morte. Jimmy Stewart di suo rimane un grande attore, il cui fisico, più adatto alla commedia che ad altro, ha saputo esaltarne le doti anche in pellicole come western e thriller hitchcockiani. Un po' goffo, Stewart si muove come può in un western, ma è il suo volto, il suo sguardo da uomo felice ma non troppo, che interpreta alla lettera l'essenza del gringo, del cow-boy o del ranchero.
Siamo nei dintorni de "I 4 del Texas" come spirito gogliardico, ma l'avventura è più forte qui in "Bandolero!". Si tratta infatti di Jimmy Stewart che va a liberare il fratello da sicura impiccagione, e nella fuga sono inseguiti sia dallo sceriffo Kennedy che da bandidos mexicanos. Ci scappa pure la love story tra Dean Martin e Raquel Welch, e infine la ricomposizione dell'ordine attraverso la scomparsa degli elementi disturbanti come i fratelli Bishop.
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