Regia di Paolo Benvenuti vedi scheda film
Ne scrivo a distanza di tempo (credevo di averlo già fatto); ne ricordo l'impressione forte, positiva sull'impegno e l'efficacia del film, e naturalmente di malessere di spettatore coinvolto. Evidente esplicita amarissima "parodia" del processo e morte di Gesù: l'ultima risposta di Abramo, uno dei due ebrei condannati, è illuminante anche per i distratti: "tu l'hai detto", risponde alla domanda se crede al Dio di Israele. Il senso del film è il totale scambio fra il fanatismo dei carnefici e l'umile semplice generosa fermezza delle vittime, condannate "secondo la legge"; senso espresso ottimamente, con efficacia ma senza eccessi retorici, con equilibrio (molto amaro), nel mostrare la terribile "buona fede" dei carnefici: credo che il pensiero degli autori del testo (straordinaria collaborazione di molti sacerdoti e istituzioni ecclesiastiche, in un doveroso atto di autocritica) sia andato alla tesi di Abelardo, allora condannata da altri fanatici, che i carnefici di Gesù possono esser salvi, se hanno agito in buona fede: c'è da augurarlo anche a coloro che avevano condannato Abelardo... La "claustrofobia senza scampo" come "dimensione e senso profondo del film" mi pare un vertice di raccolta del collaboratore di Mereghetti alla ricerca di claustri da odiare gratuitamente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta