Regia di Tião vedi scheda film
Il regista brasiliano Tião usa la metafora di una mucca per parlarci in maniera ironica di concetti profondi e della condizione umana. Un film originale, divertente ed onesto, che sotto la patina grottesca sa essere più ficcante di certi seriosi pipponi filosofico esistenziali che spesso son loro delle vere vaccate.
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Otterrà.
TFF 34 - Sezione After Hours.
Scappo dalla città: la vita, l'amore, le vacche, recitava il titolo di una bella commedia di qualche anno fa con Billy Crystal, dove tre amici fuggivano dalla routine quotidiana per trovare un senso più profondo alle loro vite diventando cowboy per qualche giorno.
Qui i ruoli si invertono e a fuggire non siamo più noi ma i nostri animali: una mucca nello specifico, che è la protagonista di questo strano film, diretto dal regista brasiliano Tião.
Mucca non da fattoria ma da compagnia: c'è chi si circonda di cani e gatti e chi ha questa mucca che gli gironzola per casa e se ne va anche in palestra, a far la spesa, partecipa a feste e a eventi di vario genere, proprio come noi.
Ma per la bestia, più intelligente e sensibile di molti esseri umani, arriva il momento in cui capisce che tutto ciò non le basta più, che forse c'è davvero un senso più profondo al tutto e prova a cercarlo, peregrinando in ogni dove, fino al deserto, dove farà stranissimi incontri. Lo troverà?
Tião azzecca sia il registro comico grottesco che la protagonista, una mucca molto più espressiva di tanti attori "cani" creando uno strano e inclassificabile film, in cui sotto la patina solo in apparenza ironica e molto leggera c'è uno spessore di tutto rispetto.
Si sorride parecchio, ma si riflette ancor di più, grazie alla metafora di quel che le accade, attraverso una serie di situazioni apparentemente "normali" ma al contempo paradossali in cui molti di noi si riconosceranno, ma che di normale hanno ben poco. Cose su cui spesso manco ci soffermiamo più tanto le diamo per scontate, ma che balzano chiarissime ai suoi dolci e profondi occhi.
Forse qui e là affiora un po' di ripetitività, ma il film è sincero, non moralistico e inconsueto che diventa davvero difficile non volergli bene.
Così che tra una risata e l'altra, qualche momento e qualche personaggio davvero azzeccato (come il saggio robottino che incontra nel deserto), citazioni come le scimmie e il monolito nero di 2001 Odissea nello spazio di Kubrick o assurdi uomini senza testa che paiono usciti da una tela di Magritte, è grazie a una mucca che possiamo fermarci un attimo a riflettere su ciò che siamo diventati e essere d'accordo con lei che sarebbe davvero ora di usare di più il cuore e il cervello e smetterla di mandar sempre tutto in vacca.
Voto 7,5.
P.S. Purtroppo non ho assistito alla presentazione col regista, che mi han detto essere molto simpatico e che ha svelato diversi gustosi retroscena sul film. Se qualcuno degli amici di FilmTV avesse partecipato alla proiezione e volesse anche solo integrare questa recensione con un commento in cui racconta ciò gliene sarei grato.
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