Regia di Giovanni Veronesi vedi scheda film
Due ragazzi italiani, nell'impossibilità di vivere una vita normale e dignitosa in Italia, fuggono a Cuba. Qui fanno amicizia con un'italiana un po' matta; il sogno è quello di aprire un ristorante, ma uno dei due finirà presto invischiato in un brutto giro.
Non è un paese per giovani, lo dimostra anche il titolo, è un film di sociologia spicciola, che mescola non senza abilità delle evidenti velleità di intrattenimento puro, sostanzialmente spensierato, con una fragile base di osservazione/analisi sociale al passo con i tempi. Il risultato non è male, specie considerando che dietro la macchina da presa c'è Giovanni Veronesi, cineasta sempre sull'orlo del cinepanettone. Certo, la grana della scrittura (sceneggiatura dello stesso regista insieme a Ilaria Macchia e ad Andrea Paolo Massara) non è finissima e la storia vive per lo più momenti prevedibili ed emozioni facilotte, ma va riconosciuto quantomeno l'impegno - che poco di per sè non è - nel proporre una pellicola distante dai soliti, abusati canoni del cinema leggero nostrano e nel voler raccontare qualcosa della contemporaneità, qualcosa di concreto che possa garantire al lavoro qualcosina in più in termini di spessore. E infatti Non è un paese per giovani non è solamente un film 'leggero', è anche un'opera che si prende la responsabilità di denunciare, sia pure in forma molto vaga e senza tanto approfondimento, un malessere generazionale diffuso come quello che coinvolge le giovani generazioni in Italia all'inizio del terzo millennio. Fra gli interpreti: Sara Serraiocco, Giovanni Anzaldo, Filippo Scicchitano, Marco Pancrazi, con ruoli marginali per due guest stars del calibro di Sergio Rubini e Nino Frassica. Le musiche originali sono di Giuliano Sangiorgi, meglio noto come quello dei Negramaro. 3,5/10.
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