Regia di Luigi Filippo D'Amico vedi scheda film
D'Amico torna sul 'luogo del delitto' dopo 4 anni: ancora un film sul calcio e ancora un film su un protagonista in ombra rispetto al calciatore, alla vera star; questa volta il tema è L'arbitro. Ovvero la legge, rappresentata con la precisione ed il rigore morale di un Carmelo Lo Cascio dichiaratamente ispirato al reale Concetto Lo Bello, ma trasfigurato in Buzzanca e nella sceneggiatura (in fondo non del tutto banale) in una sorta di macchietta. Forse per una fisiologica adesione ai gusti ed ai canoni espressivi suoi contemporanei, il film esce fuori in forma di farsa, qua e là pruriginosa, mai concretamente credibile. Accanto a questi limiti c'è comunque un tentativo, se non di critica, per lo meno di delineamento dei costumi nazionali. Peccato.
L'arbitro Carmelo Lo Cascio è integerrimo sul campo e nella vita, almeno fino a quando una eccentrica giornalista lo introduce nel mondo del sesso adulterino e delle droghe. Lo Cascio perde tutto il suo contegno, nonchè la credibilità professionale.
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