Regia di Julia Ducournau vedi scheda film
Un dramma disturbante che mette in scena il rapporto tra due sorelle vittime della stessa atroce pulsione. Un affresco imperdibile della nuova generazione horror francese che toglie il fiato e resta con te.
Francia. Un padre e una madre decidono di mandare la figlia minore Justine a studiare nella stessa facoltà di veterinaria della sorella Alexia; Justine si trova subito a dover sopportare gli atti di nonnismo dei veterani che costringono le matricole (tra le quali conosce Adrien, il suo compagno di stanza) a rituali che oscillano tra il ridicolo e l’umiliante . E’ proprio da una di queste “prove” che si innesca la terribile spirale di cannibalismo che avvilupperà la protagonista.
Il lungometraggio di esordio di Julia Ducournau mescola il dramma, l’horror e il thriller psicologico dosando il ritmo in maniera sapiente fino all’ultima scena rendendo partecipe lo spettatore del dramma di queste due sorelle vittime di questa orribile perversione cannibalesca raccontando, con pochi ma significativi tratti, la dinamica perversa degli stupidi rituali dei “veterani” a danno delle matricole a cui fa da sfondo una grigia università della provincia francese. Il conglomerato di sofferenza e dolore che affligge la famiglia di Justine e Alexia divora tutto lentamente, divora anche lo spettatore incredulo di fronte ad alcuni crudi passaggi che però mai sono fini a sé stessi ma lo introducono nell’orrore senza salvezza che avvolge i personaggi.
Straordinaria interpretazione della nemmeno ventenne Garance Mariller (Justine) che modella il suo sguardo e la sua interpretazione in maniera camaleontica e straziante.
Premio FIPRESCI al Festival di Cannes 2016, inspiegabilmente (o forse no) non distribuito nelle sale cinematografiche.
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