Regia di Julia Ducournau vedi scheda film
Opera di declassamento dell'essere umano da uno stato superiore (veterinario) a cannibale aggressivo in una condizione di immaturità e cattività sessuale
Premetto che questa regista me la sposerei subito perché tecnicamente parlando è davvero un talento, forse sotto sotto è una cannibale pure lei, un piccolo e biondo mostro sia con la telecamera che nella costruzione dei personaggi e altre meccaniche horror psicopatologiche
Mi viene in mente la scena in cui la ragazza entra e le lanciano la pittura blu, lei che si mangiucchia avidamente, come se morisse di fame, la falange della sorella..oppure alcune dinamiche di complicità.
Ci sono dettagli e aspetti creativi che fanno capire come la testa di questa donna funziona.
Passiamo al film. Università, come da rito dei campus, le matricole vengono 'consacrate' a superare alcune prove goliardiche, un simpatico modo per romper il ghiaccio, per conoscersi e provare esperienze da sballo (alcol, droga..) dopo una vita di castrazione con i genitori. Nessuno li obbliga a partecipare, ma alla fine tutti si uniscono al branco che però non è di alcuna utilità, i ribelli sono invece visti come traditori, ma in realtà sono piu intelligenti.
Il film inizia con un incidente d' auto. Da qui sappiamo già come continuerà dopo.
I personaggi principali sono 3, le 2 sorelle e la vittima sacrificale: il compagno di stanza che diventa anche un motivo di rivalità
In questo film abbiamo 2 aspetti, uno nobile, diventare veterinari, guide mediche sicure che si prendono cura degli animali, e dall altra parte, il lato bestiale, carnivoro. C è una scena in cui lei sotto le lenzuola sogna un cavallo imbrigliato che non riesce a liberarsi.
Quella sequenza rappresenta la difficoltà a liberare un erotismo sano e a maturare sessualmente come donna, l università fa da incubatrice latente perché la vera vita avviene fuori da quella struttura burocratica di contenimento
Tutto il film è quindi una penalizzazione dell'uomo e lo si capisce dalla scena del risveglio nel letto.
Non è tanto l addentare, il sangue, ma nutrire la propria anima con qualcosa di sbagliato, una punizione che si ha scelto di ricevere.
Si passa da qualcosa di sano, di istintivo e bello (l' animale) essere e diventare veterinario, medico, una persona che cura, salva, ad una figura che fa l esatto opposto: uccide, morde, ferisce e poi scappa, chi in carcere (la sorella maggiore), chi tornando dai genitori (l altra sorella)
L'università quindi diventa un mattatoio, e i compagni come polli da divorare e in questo film viene servita abilmente questa tremenda contraddizione.
É un horror furbo, la regista compone bene il suo mosaico di pedoni
Per questo la regista è un genio malato, dissociato, sa tradurre con le immagini questo aspetto horror e ne fa un menù di successo.
Questa donna non farà mai un film in cui il personaggio risolve, guarisce, semmai muta in modo alieno, questo perché la patologia consiste proprio in questo: lasciare l università e abbandonare la via della medicina, ma sbranando la propria missione e assaporando in modo velenoso il sangue degli altri.
Consumando pero.. se stessi
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