Regia di John Milius vedi scheda film
Una trashata che può piacere solo ad accaniti conservatori, fan di LVI e quelli che vorrebbero Salvini e Meloni al potere.
L'attivismo conservatore militante di John Milius è in qualche modo sottomesso in questo film, sebbene il film sia stato chiaramente realizzato con un senso di nostalgia per un tempo in cui le donne e gli afroamericani conoscevano il loro posto soggiogato e vi restavano, e quando si andava a morire inutilmente in una guerra immorale era considerato eroico e commovente. È un film in cui le persone che si comportano in modo crudele e stupido dovrebbero essere viste come affascinanti. La sceneggiatura del film è cruda, prevedibile e spesso involontariamente divertente, specialmente nelle portentose sezioni di voce fuori campo. La colonna sonora marziale, che cerca di dare al film il peso che altrimenti manca, è anche involontariamente divertente (vi sfido a non ridere alla fine quando i nostri tre amici surfisti marciano tra le onde come per la guerra, tamburi e trombe a tutto volume e giù per la spiaggia). Le interpretazioni sono unidimensionali, anche se probabilmente è più colpa della sceneggiatura che degli attori. Sul lato positivo, i corpi sono belli. Jan-Michael Vincent si toglie la maglietta il più spesso possibile (come tendeva a fare quando era più giovane), e il giovane petto scolpito di William Katt era all'altezza di quello di Vincent. Ci sono dei bei momenti d'acqua e del bel surf, anche se non abbastanza per i miei gusti. Vale la pena guardare la scena finale del surf, nonostante l'angosciante bromance che devi sopportare per arrivarci. Potrebbe essere meglio con l'audio disattivato.
Una trashata che può piacere solo ad accaniti conservatori, fan di LVI e quelli che vorrebbero Salvini e Meloni al potere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta