Regia di John Milius vedi scheda film
Il ritratto corale, dinamico, allegorico di una generazione. Nei destini dei giovani Matt, Jack e Leroy, l'amara realtà della vita entra a poco a poco, ma in maniera decisa ed invasiva, come una successione di ondate di marea: la tracimante, incontenibile energia dei loro vent'anni viene progressivamente spianata, come la sabbia, dalla risacca dell'età adulta. La loro adolescenziale passione per il surf estremo esprime una gioiosa voglia di dominare il mondo, di andare incontro al pericolo per cavalcarlo con forza, intelligenza e agilità. Tuttavia, ben presto, gli ostacoli dell'esistenza si riveleranno, per loro, ben più duri ed indomabili di una superficie d'acqua increspata. Quest'opera non è un film d'impegno, non discute i problemi del vivere, né gli errori della storia; però ne fa rimbalzare l'eco dentro i cuori dei protagonisti, rendendo udibile, attraverso il fragore della mareggiata, il tonfo con cui l'anima inghiotte il dolore. Le riprese, spettacolari, vertiginose e vividissime, dei virtuosismi atletici tra i cavalloni, sono un invito a trattenere il fiato, a reprimere l'inutile impulso che spingerebbe a gridare contro l'irreparabile: la perdita dell'innocenza, la fine delle illusioni, la morte degli amici. La flessuosa elasticità con cui i corpi dei ragazzi, in piedi sulla tavola, assecondano il tumultuoso movimento dell'oceano, è un filosofico inno alla potente docilità e alla remissiva resistenza con cui occorre affrontare le avversità, che ci vincono solo se ci trovano completamente rigidi, oppure, al contrario, totalmente abbandonati. In Un mercoledì da leoni l'equilibrio, il compromesso, la saggia via di mezzo sono celebrati come l'arma vincente, che, però, dev'essere prima costruita, e poi continuamente affilata lungo il cammino: a nulla vale "sistemarsi", se con ciò – come il vecchio Bear – si smette di combattere. Le difficoltà crescenti – rappresentate, in questo film, dai tre episodi di mareggiate "storiche", sempre più violente, e culminanti nel Big Wednesday – "forgiano il carattere", nel senso che, sgomberando poco a poco il campo dalla facile dolcezza delle lusinghe, e seminando il terreno di tuberi spinosi e dal sapore forte, ci insegnano, via via, un modo sempre più autentico, coraggioso e consapevole di amare i nostri giorni.
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