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Un mercoledì da leoni

Regia di John Milius vedi scheda film

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La recensione su Un mercoledì da leoni

di bradipo68
8 stelle

La poesia della grande ,ultima onda.In definitiva è questo il cuore del racconto generazionale di Milius.Si,generazionale.Un termine spesso usato a sproposito ma qui è perfettamente calzante,non si può usare altro.Quello che all'inizio sembra uno scialbo filmetto per adolescenti a caccia di birra e ragazze e che non disdegnano di menare le mani trasforma lentamente ma costantemente nella storia di amicizia virile che si immola all'altare del surf e dell'onda perfetta.Sono quattro mareggiate diverse in quattro stagioni diverse che fissano come in una fotografia i vari momenti della vita dei tre protagonisti Matt,Jack e Leroy:da un America in piena sbornia kennedyana si passa all'inquietudine che anticipa il Vietnam,alla sindrome del ritorno dalla guerra fino all'ultima onda quella del 1974,l'onda da sfidare a costo della vita.La storia cambia il mondo attorno a loro e loro cambiano nel loro universo privato.Crescono.Milus racconta una storia di ragazzi che si fanno uomini,una storia in cui il surf arriva a essere metafora di vita e nel contempo riesce a descrivere in maniera mirabile il travaglio di questi ragazzi americani che diventano quasi soldati per caso o meglio per necessità,strappati dai loro affetti per essere catapultati in un inferno che per molti sarà senza ritorno.La critica alla guerra del Vietnam non è neanche tanto velata:il reclutamento è fatto in modo barbaro ma ci sono molti che sfuggono grazie a furbate(Matt si finge infermo a una gamba,Leroy si finge pazzo presentandosi al reclutamento pettinandosi con un pesce).Jack invece parte e resta tre anni nell'inferno.E quando ritorna è profondamente cambiato almeno quanto il mondo che lo circonda.E quando nel 1974 la mareggiata è di proporzioni ciclpiche i tre amici si riuniscono ancora un volta,forse l'ultima per cavalcare i loro surf e domare quelle onde maestose che impauriscono quasi tutti.E vincono loro:ormai sono leggenda...escono dall'acqua guardati da tutti con ammirazione,si abbracciano,ma non sappaiamo se si rivedranno.E'un film che racconta la nostalgia di un epoca ,che riesce a inquadrare come meglio non si potrebbe l'America in alcuni momenti storici fondamentali.E anche la critica al Vietnam non stupisce più di tanto seppur in un regista di chiare posizoni repubblicane.Era una guerra a cui i giovani americani non volevano partecipare.Accanto a tutto questo c'è un inno alla natura. Milus riesce con immagini di inaudita potenza espressiva a ribadire la maestosità del mare e delle onde a cui contrapporre l'eroicità di alcuni piccoli uomini.Riesce a mostrarci senza retorica il rapporto dell'uomo con quello che lo circonda.E la cinepresa in quegli ultimi 15 minuti di inaudita bellezza si sofferma come rapita dalla bellezza dello spettacolo naturale,uno spettacolo di quelli che restano impressi per tutta la vita...

Su Patti D'Arbanville

brava

Su William Katt

ottimo nella parte del tranquillo Jack

Su Jan-Michael Vincent

bravo nella parte di Matt

Su Gary Busey

a lui tocca la parte del funambolico Leroy e se la cava alla grande

Su John Milius

è forse il suo film migliore,un intenso ritratto generazionale

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