Regia di John Milius vedi scheda film
"Big Wednesday", in se', ha molti difetti: di interpretazione, ma anche di regia e scrittura. Ma la sua importanza culturale e' pari a quella di altre pellicole americane piu' riuscite("Il cacciatore","Taxi Driver" "Nashville"), sempre dello stesso periodo: il film di Milius e' quindi un classico degli anni70. Un film americano al 100%, nel bene e nel male; da un lato e' certamente enfatico, pomposo, retorico e un po' superficiale, ma dall'altro e' epico, guerriero, appassionato. E' un film che insegue il Sogno, sulla cresta dell'onda; e lo fa attraverso l'idealizzazione e la ricerca di un linguaggio che porti tra le onde della California moderna (dagli anni 60 ai 70) i valori e le attitudini che furono degli eroi e dei miti classici (basta vedere la predominanza dei ruoli maschili, le scazzotate alle feste...tutti elementi che appartengono al genere americano per eccellenza, il mai dimenticato western). In definitiva, Big Wednesday e' un grande racconto di formazione, che ci racconta il passaggio tra due epoche diverse: gli anni 60, spensierati e vitalistici, e gli anni 70, amari e disillusi. In mezzo, ci sta il Vietnam
Milius e' forse l'ultimo dei classici (o comunque uno degli ultimi). Uno spirito epico fuori tempo massimo. E per rendersene conto basta guardare come gira le (emozionanti) riprese acquatiche, come le ammanta di epos; e come sono cariche di pathos (e ai limiti della retorica) le descrizioni delle mareggiate; per non parlare dei contorni eroici dei tre robusti personaggi. Milius e' un guerriero d'altri tempi, smisurato ma genuino. O lo si ama o lo si odia. Rappresenta un America alla ricerca di se stesso, del suo Mito e del suo Sogno. La sua Arte avvalora la teoria di un cinema come terreno delle utopie
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