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Staying Vertical

Regia di Alain Guiraudie vedi scheda film

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La recensione su Staying Vertical

di alan smithee
6 stelle

Guiraudie torna al cinema folle e bizzarro pre-Sconosciuto del lago, e ci racconta di una paternità caduta dal cielo e gestita in dedizione totale,andando incontro ad una società di emarginati e solitari che il protagonista Leo cercherà di accontentare in ogni loro (folle) e disperata richiesta.Shock al Festival con una scena di "sodomia terminale"

Damien Bonnard

Staying Vertical (2016): Damien Bonnard

FESTIVAL DI CANNES 2016 - CONCORSO

Un giovane regista sta compiendo alcuni sopralluoghi nel sud della Francia per documentarsi sulle abitudini dei lupi, informazioni che interessano il suo prossimo lavoro. Ossessionato dai volti "cinematograficamente" interessanti, dopo aver cercato inutilmente di convincere un ragazzo del posto a fare un provino, forte anche una certa malcelata attrazione del cineasta nei confronti del giovane, l'uomo prosegue le sue ricerche, imbattendosi in una bionda pastorella piuttosto focosa, madre di due bambini nati da precedenti avventure.

Dal loro fortuito, passionale incontro nascerà un bambino, e i due diverranno una coppia. Ma una depressione post partum fa sì che il cineasta rumanga solo col bambino, impossibilitato a muoversi da quel posto montano e sperduto, in balia di gente servizievole ma anche rozza, se non addirittura animalesca.

Damien Bonnard, India Hair, Raphaël Thierry

Staying Vertical (2016): Damien Bonnard, India Hair, Raphaël Thierry

Tra essi, il regista rimane particolarmente colpito da un vecchio solo, senza famiglia, che vive, in precarie condizioni di salute, col ragazzo dallo sguardo interessante incontrato al suo arrivo. 

Solo e stressato dal dover accudire un neonato sempre in lacrime, Leo si lascia convincere dall'uomo ad esaudire una sua bizzarra richiesta in punto di morte, una sorta di incredibile "eutanasia assistita" consumata attraverso un rapporto carnale tra uomini: creando scalpore e finendo nei guai, oltre che sulle pagine di cronaca di tutti i giornali.

Alain Guiraudie, lasciato il terreno lucido e tatticamente costruito che lo rese grande ne "Lo sconosciuto del lago", torna ora alle atmosfere grottesche ed al limite del buffo che hanno caratterizzato la sua precedente (e non particolarmente fantasmagorica) carriera cinematografica. Rester Vertical è un film che procede per immagini forti e talvolta shoccanti abilmente costruite e distribuite allo scopo di colpire la sensibilità dello spettatore. Parti di neonati in diretta, genitali in mostra abilmente orchestrati per colpire e alternarsi ad immagini rurali di una Francia d'altri tempi: volti deformati da espressioni truci e dalla solitudine secondo uno stile che ricorda formalmente i primi Dumont.

Damien Bonnard

Staying Vertical (2016): Damien Bonnard

Un film furbo, studiato per far parlare di sé, per colpire lo spettatore a tradimento, ma anche forte di un carattere orgogliosamente suo, con qualche elemento affascinante ed originale, come la psicologa che esercita in una capanna nel mezzo di una foresta.

In qualche modo un tenace inno alla vita  ("rester vertical = restare dritti, ossia in vita, è un titolo magnifico ed esemplare, coraggioso, orgoglioso), resistendo alle mille insidie e minacce di una vita da cui a volte si ha diritto di chiedere e pretendere per assicurarsi anche solo una frazione di tempo per una legittima soddisfazione.

Di certo tuttavia, se non si fosse trattato di un film francese, in Concorso non ci sarebbe mai arrivato, e le chances di segnalarsi tra i film della categoria sono praticamente nulle. 

 

 

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