Regia di Terry George vedi scheda film
NEI CINEMA DALL’APRILE 2017
VISTO SU PRIME VIDEO NELL’APRILE 2022
Basato su eventi realmente accaduti: è uno degli assunti di questo film che ha il grande merito di ricordare la violentissima e irragionevole persecuzione attuata dallo Stato turco-ottomano ai danni della popolazione armena. Una delle pagine più drammatiche della storia dello scorso secolo e colpevolmente tra le meno raccontate e celebrate. Il regista nordirlandese Terry George raggiunse il suo apice artistico con il crudo Hotel Rwanda del 2004 – in cui è raccontato il massacro della popolazione di etnia Tutsi perpetrato dagli estremisti di origine Hutu - torna a parlare di genocidi e confeziona un film di oltre due ore, solenne e a tratti spettacolare sulla scia di capolavori quali Il dottor Zivago (1965), che nel seguire l’intreccio amoroso che coinvolge i tre personaggi principali, ripercorre vicende di grande rilievo storico.
In un cast di un certo prestigio il ruolo cardine è affidato al guatemalteco-statunitense Oscar Isaac (visto da poco nel convincente Il collezionista di carte, del 2021) nei panni dell’aspirante medico armeno Michael Boghosian, illuminato e perbene, il quale lascia il piccolo villaggio d’origine in cui abitano la sua famiglia e la futura moglie – alla quale fa la solenne promessa di tornare – per trasferirsi nell’abbagliante Costantinopoli dove comincia a frequentare con successo la prestigiosa scuola di medicina. Qui s’innamora, ricambiato, della bellissima e brillante Ana Khesarian (interpretata dalla canadese di Montréal Charlotte Le Bon, nel 2015 fra i protagonisti dell’ottimo The Walk), anche lei armena – seppure cresciuta a Parigi – che frequenta come insegnante la casa degli zii di Michael. Ana è legata al volitivo giornalista americano Chris Myers (personificato dal sempre incisivo Christian Bale, nel cast di Thor: Love and Thunder, al cinema dal prossimo 8 luglio).
Discreto spazio per l’attore turco-tedesco Numan Acar (The Berlin File nel 2013), nei panni del compagno di studi di Michael e amico di Chris, al quale spetterà un ruolo eroico nello svolgersi della trama. Camei purtroppo non significativi per grandi attori come Jean Reno, James Cromwell e Rade Serbedzija. Scenografia, costumi e musiche sono adeguati a un lungometraggio da consigliare a tutti, perché soddisferà gli appetiti più sospirosi senza annoiare i cinefili più pragmatici.
Un mondo che sembra non avere futuro, alle soglie della prima guerra mondiale e con all’orizzonte alleanze inquietanti e panorami politici rovinosi, è lo scenario in cui si staglia la storia scritta dallo stesso George (con Robin Swicord), che ondeggia a tratti con eccessiva lentezza – soprattutto nella lunga prima parte introduttiva – e in modo troppo serioso, fra agli affari più squisitamente di cuore e l’aliquota storica e drammatica. Voto 7,3.
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