Regia di Mario Camerini vedi scheda film
Adriana ha un modesto impiego e come amante il conte Diego; rimasta incinta, l'uomo l'abbandona. Mario, semplice ragioniere, ama Adriana, che però teme di rivelare il suo scandalo. Quando il conte torna a insidiare la ragazza, sarà proprio Mario a prendere le sue difese.
T'amerò sempre rappresenta uno dei rari casi di 'autoremake', ossia di film girato due volte dallo stesso regista. Casi rari, sì, ma non rarissimi, almeno all'epoca, soprattutto per le nuove possibilità offerte dal passaggio dal muto al sonoro; non è questa la ragione che spingerà Mario Camerini a mettere di nuovo in scena, dieci anni esatti più tardi, questa stessa storia con il medesimo titolo ma interpreti diversi; presumibilmente però la qualità della fattura della versione del 1933 non deve aver convinto appieno il regista. La pellicola non è in effetti granchè brillante dal punto di vista della confezione, ma siamo in anni nei quali girare un film è comunque un lavoro di rilevante impegno in termini economici, di fatica fisica e di mezzi; l'avvento del fascismo peraltro complica la situazione dal punto di vista specialmente dei contenuti, spesso censurati per ragioni anche bizzarre. La storia di T'amerò sempre è misogina quanto basta per i tempi, e dotata di un lieto fine posticcio, ma inevitabile visti i toni melodrammatici e facilmente moralisti del lavoro; firmata come soggetto dal regista, viene sviluppata dal tandem formato da Ivo Perilli e Guglielmo Alberti. Sul set i protagonisti sono Elsa De Giorgi, Mino Doro e Nino Besozzi, con parti marginali per Robert Pizani, Pina Renzi e Loris Gizzi. Non un'opera memorabile per il cinema nostrano, nè tantomeno per Camerini. 3/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta