Regia di Sólveig Anspach vedi scheda film
L'israeliano Samir (Guesmi) ha un colpo di fulmine: la risolutezza con cui Aghate (Loiret), insegnante di nuoto in una piscina della cittadina francese di Montreuil, liquida il ganimede di turno lo fa sussultare. Decide così di abbordare la ragazza con una strategia lenta e delicata, fingendo di voler imparare a nuotare. Smascherato nella messinscena, Samir segue Aghate persino in Islanda, dove la ragazza, nel frattempo, si è trasferita. Una seconda messinscena allontana ulteriormente la donna, che si decide a considerare la corte di Samir fuori tempo massimo, quando questo, a seguito di un incidente, ha ormai perso la memoria.
Chissà se questo film della islandese Solveig Anspach, stroncata da un cancro a soli 55 anni, avrebbe mai avuto cittadinanza nelle sale cinematografiche se non fosse per la tragica fine che l'ha colpita, impedendole persino di assistere al montaggio conclusivo del film, completato da Jean-Luc Gaget. Fatto sta che L'effetto acquatico è un'operina lillipuziana e impalpabile, una love story, con scantonamenti pretestuosi sul conflitto israeliano-palestinese, imperniata su un paio di inverosimili colpi di scena.
A Cannes però ha vinto il premio de La Quinzaine des Realisateurs.
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