Regia di Mike Mills vedi scheda film
Annette Bening è brava come sempre e Mike Mills dà tutto sommato una buona prova di regia. Purtroppo la sceneggiatura è il punto debole dell'opera: troppo lunga , compiaciuta, dolciastra, nostalgica , non riesce ad essere mai completamente divertente, ma spinge più di una volta lo spettatore verso la noia e talvolta l'irritazione.
Ambientato a Santa Barbara (California) nel 1979, è la storia della cinquantenne madre single Dorothea Fields (Annette Bening). La sua vita ha attraversato gran parte del XX secolo: nata nel 1924, Dorothea ha dato alla luce il suo unico figlio Jamie a 40 anni. Nel '79 la donna ha divorziato e vive col quindicenne Jamie (Lucas Jade Zumann) in una vecchia casa con una singolare “famiglia acquisita”: gli inquilini delle stanza in affitto Abbie (Greta Gerwig), una fotografa anticonformista, ed il tuttofare William (Billy Crudup), più la diaciassettenne Julie (Elle Fanning), della quale Jamie è attratto, che trova un rifugio a casa di Dorothea. La donna, di fronte alle evidenti difficoltà di crescere un figlio maschio adolescente, chiede aiuto ad Abbie e Julie. Le due donne dovrebbero aiutarlo a comprendere meglio il mondo femminile e Abbie lo introduce persino alla lettura di testi femministi che esprimono una visione del mondo opposta a quella condivisa dai ragazzi della sua età.
Jamie è la voce narrante della pellicola, ma il film non è tanto un coming-of-age movie su un adolescente, quanto piuttosto un ritratto delle donne che lo hanno aiutato a crescere, soprattutto un omaggio alla figura della madre, alla sua forza nell'attraversare tempi duri (la Grande Depressione della sua infanzia, il divorzio e la maternità affrontata da sola ad un'età non più giovane), al suo anticonformismo (vedi le esilaranti giustificazioni per consentirgli di saltare giorni di scuola).
Annette Bening è brava come sempre e Mike Mills dà tutto sommato una buona prova di regia. Purtroppo la sceneggiatura è il punto debole dell'opera: troppo lunga , compiaciuta, dolciastra, nostalgica , non riesce ad essere mai completamente divertente, ma spinge più di una volta lo spettatore verso la noia e talvolta l'irritazione.
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