Trama
Polonia, 1990. Soffiano venti di cambiamento, il comunismo è crollato e la popolazione vive il primo euforico anno di libertà ma anche di incertezza sul futuro. Quattro donne apparentemente felici e di età differenti decidono che è arrivato il momento di lottare per la propria felicità e appagare i propri desideri. Agata è una giovane madre che, intrappolata in un matrimonio infelice, cerca rifugio in un'altra impossibile relazione. Renata invece è un'anziana insegnante affascinata dalla vicina di casa Marzena, un'ex reginetta di bellezza il cui marito lavora in Germania. Infine, Iza, la sorella di Marzena e direttrice di scuola, è innamorata del padre di uno dei suoi studenti.
Approfondimento
LE DONNE E IL DESIDERIO: UNITE DALL'AMORE
Scritto e diretto da Tomasz Wasilewski, Le donne e il desiderio racconta di come nella Polonia del 1990, durante il primo anno di libertà dal regime comunista in un clima di grande incertezza per il futuro, quattro donne apparentemente felici di diverse età decidano che è arrivato il momento di cambiare le loro esistenze e di perseguire i loro desideri. Agata è una giovane madre, intrappolata in un matrimonio infelice, che cerca rifugio in un'altra impossibile relazione. Renata, invece, è un'anziana insegnante che subisce il fascino della vicina Marzena, un'ex reginetta di bellezza il cui marito lavora in Germania. Iza, infine, è la sorella di Marzena ed è una direttrice innamorata del padre di uno dei suoi studenti.
Con la direzione della fotografia di Oleg Mutu e le scenografie di Marcel Slawinski e Katarzyna Sobanska-Strzalkowska, Le donne e il desiderio è soprattutto un film che si basa sulla recitazione femminile. Lo stesso Wasilewski viene definito dalla critica come un regista di attrici e di storie femminili, in grado di capire la psiche delle donne e di instaurare ottimi rapporti con le sue protagoniste, come hanno ampiamente dimostrato i suoi film precedenti. Al pari di Almodovar, Allen o Tarantino, Wasilewski è anche un grande scopritore di nuovi volti da lanciare nel panorama internazionale: da Agara Buzek a Iza Kuna, sono molte le attrici che, dopo aver recitato con il regista, hanno guadagnato la fama internazionale. In #Quattro donne e il desiderio, i personaggi principali sono interpretati da quattro attrici di varie generazioni con alle spalle lavori soprattutto teatrali: Magdalena Cielecka (Iza), Julia Kijowska (Agata), Dorota Kolak (Renata) e Marta Nieradkiewicz (Marzena).
A spiegare meglio Le donne e il desiderio sono le parole dello stesso regista, in occasione della presentazione del film in concorso al Festival di Berlino 2016: «Quattro donne e il desiderio si basa sulle impressioni e sui ricordi impressi nella mia mente di quando nel 1990 avevo poco più di 10 anni. Da grande, poi, mi sono chiesto diverse volte come era la vita dei miei genitori quand'erano trentenni. E mi sono reso conto che il loro mondo era diverso dal mio e da quello di oggi. Quindi, in poche parole, il mio film non è altro che l'insieme di riflessioni di un uomo, che sta crescendo e che apprezza valori differenti rispetto a prima. A differenza delle mie opere precedenti, nell'iniziare a scrivere la sceneggiatura non ho seguito una particolare ispirazione. Per In a Bedroom ricordo di essere stato segnato da La ragazza sul ponte di Leconte mentre per Floating Skyscrapers mi sono lasciato guidare dalla mia curiosità per la stazione dei bus di Varsavia ovest, sebbene questa non appaia mai nel film. Le donne e il desiderio, invece, è nato gradualmente con la storia di Agata, che mi ha spinto poi a indagare su come vivessero le donne negli anni Novanta in Polonia, in quel periodo di transizione e di trasformazione del sistema.
Del resto, le donne hanno avuto un ruolo fondamentale nella mia crescita, molto più importante di quello della politica. Ho vissuto la trasformazione sociale e politica del mio Paese attraverso gli occhi delle donne. Vivevo in un complesso di appartamenti che appartenevano all'esercito, tutti i padri lavoravano nella stessa divisione mentre le madri si prendevano cura dei figli. Erano fondamentalmente da sole a casa e si incontravano tra loro per le scale o nei negozi di alimentari ma erano per i bambini come me tutto il loro mondo. La mia vicina di casa, la signora Danuta, ogni pomeriggio veniva a casa mia per una tazza di te e due chiacchiere con mia madre. Purtroppo non ricordo di cosa parlassero ma quell'immagine è fissa nella mia mente, l'appuntamento era quasi un rituale. Le donne, inoltre, si facevano visita senza preavviso, le relazioni erano meno formali di oggi. Ricordo ancora facilmente il giorno dell'onomastico di mia madre che è coinciso con la partenza di mio padre per tre anni a New York: molte vicine sono venute da me a mangiare e festeggiare.
Ricordo tutte le donne di allora ma nessuna è diventata un personaggio del mio film. Le quattro donne protagoniste sono tutte fittizie e basate su impressioni che ho raccolto durante tutta la mia vita. Da piccolo, ad esempio, ho preso lezioni di danza e il personaggio di Marzena ricorda quello della mia insegnante di corso. Ma ricorda anche la mia vicina Agnieszka Pachalko, eletta poi Miss Polonia 1993. Per Iza ho cercato invece di ricordare la preside della mia scuola».
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- Orso d'Argento per la miglior sceneggiatura a Tomasz Wasilewski al Festival di Berlino 2016
Commenti (5) vedi tutti
Un film al femminile çhe cerca di rappresentare attraverso le inquietudini esistenziali di quattro donne il passaggio della Polonia in una nuova era geopolitica. Ciò che funziona è l'eleganza d'insieme. Ciò che non convince, invece, è l'insistere sulle pulsioni sessuali come se queste fossero l'unico spazio di libertà cui possono ambire. Irrisolto.
commento di Peppe ComuneFilm dal ritmo decisamente troppo lento, con continui lunghi silenzi. Buone le intenzioni del regista, ma scarsi i risultati.
commento di Falco00Una storia di quattro donne,tra desideri e amori impossibili,nella Polonia degli anni Novanta.
leggi la recensione completa di ezioSoporifero.
commento di miss brownstorie di amore non corrisposto nel freddo inverno polacco di fine anni '80. ricorda a tratti la durezza di certo Haneke o Seidl, senza però averne lo spessore. il poster dice Kieslowski? non scherziamo. tutta questa glacialità programmatica alla fine rischia di creare insofferenza se non indifferenza (che è pure peggio).
commento di giovenosta