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The Great Wall

Regia di Zhang Yimou vedi scheda film

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Fanny Sally

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La recensione su The Great Wall

di Fanny Sally
6 stelle

Visivamente ci si ritrova davanti ad un prodotto curatissimo e molto affascinante, che pecca però di una inconsistente e prevedibile trama all’americana, con personaggi monodimensionali e situazioni al limite del paradossale. Da guardare senza pregiudizi e senza grosse aspettative.

Due mercenari europei senza patria e senza scrupoli, giunti agli estremi confini dell’impero cinese inseguendo il sogno di arricchirsi con la polvere nera, vengono catturati dalle truppe dell’imperatore e fatti prigionieri proprio all’interno della Grande Muraglia. Ben presto scopriranno che l’imponente cinta di mura non è stata costruita per tenere all’esterno altri popoli, bensì delle spaventose creature provenienti da un oscuro mondo sotterraneo, intenzionate ad attaccare la razza umana.

 

Curioso prodotto di intrattenimento venato di fantastico, frutto di una collaborazione inedita tra Cina e Usa, e affidato alla regia del veterano maestro del genere Zhang Yimou che marchia con il suo inconfondibile stile visivo, coloratissimo, raffinato e a tratti pittorico, una storia in cui viene audacemente riscritta l’origine del più celebre monumento dell’Asia, nonché simbolo della sua terra d’origine.

 

Stranamente l’accostamento tra questi due cinema culturalmente lontanissimi, quello cinese e quello americano, si può dire riuscito, così che gli elementi di spettacolarità, spavalderia ed eroismo di matrice hollywoodiana ben si sposano allo sterminato immaginario del sol levante, costellato di mostri dalle sembianze dragonesche e guerrieri portatori di nobili ideali di difesa della patria.

I personaggi certo nel complesso dei fantasmagorici effetti speciali appaiono quasi come delle figurine, seppure gli attori ci mettano la loro buona volontà, e Matt Damon si impegni a dare qualche sfumatura più drammatica al suo alter ego in apparenza sbruffone e spregiudicato.

 

Anche l’intreccio non è proprio così appassionante, ma è ben chiaro che tutto passi in secondo piano rispetto alla profusione riversata nella costruzione delle sequenze d’azione e se si vuole staccare il cervello per un po’ alla fine di una giornata particolarmente pesante, allora la visione può anche risultare molto gradevole.

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