Regia di Zhang Yimou vedi scheda film
La curiosità (e qualche bella recensione) mi hanno spinto a vedere questo blockbuster. La curiosità, soprattutto, di vedere come il regista di "Lanterne Rosse", 1991, sia riuscito, seppure dopo molti anni di onorata carriera, a passare da essere censurato in patria a incredibile protagonista di una pellicola che è il simbolo della collaborazione cinematografica fra Stati Uniti e Cina: i tempi sono decisamente cambiati. Questa commistione fra il tipico film d'intrattenimento made in Usa e la ricercatezza visiva di quello cinese, deflagra in maniera positiva sullo schermo. Scrivo "deflagra" perché è proprio questa l'impressione che si ha, guardando "The Great Wall": Yimou porta il livello visivo a vette sublimi, armonizzando i grandi eserciti come fosse una danza, con colori sgargianti e pirotecnìe varie, salvando il film da una banalità sconcertante, dal trito e ritrito, che pesca un po' dal Signore Degli Anelli e un po' da Starship Troopers. C'è una profusione di CGI da fare indigestione, ma d'altronde per ricreare le enormi scene di battaglia, in alcuni momenti davvero riuscite e spettacolari, non si poteva fare diversamente, ma grazie alla perizia del regista cinese, come dicevo, pare tutta una gran danza, sanguinolenta, vero, ma affascinante. Il resto, sinceramente, fa da contorno, è poca cosa, da un Matt Damon fra Marco Polo e Maciste e un Willem Dafoe invecchiato e inutile. A conti fatti, se non vi aspettate troppo, potreste rimanere sorpresi da questa collaborazione improbabile ma riuscita. Finisce in pareggio, fra l'America e la Cina.
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