Regia di Emmanuelle Bercot vedi scheda film
Irène Fracohn, una pneumologa di Brest, nota nelle sue pazienti la correlazione tra gravi problemi cardiocircolatori e polmonari e l'uso di un farmaco per il diabete. Decisa ad andare in fondo alla faccenda, si rivolge a un collega molto qualificato (Magimel) che però ben presto abbandona la partita. Ma questo non servirà a fermarla, fino a trovare chi le fornirà i dati per suffragare la sua tesi e un piccolo editore disposto a pubblicare un suo libro sul caso, a costo di venire portato in tribunale da Big Pharma.
Tratta da fatti realmente accaduti che - tra il 2007 e il 2011 - portarono la Fracohn, eroina donchisciottesca inesperta e persino disposta a mettere a repentaglio la propria carriera, a battersi contro il sistema sanitario nazionale francese, 150 milligrammi è l'ennesima variazione sul tema di Davide contro Golia, a volte più riuscita (Cattive acque, Promised Land), altre meno (Il caso Percy). Qui siamo in una terra di mezzo, con una storia nella quale ci viene propalata una dose di melassa (il rapporto della protagonista con la propria famiglia) e di pomposità di cui avremmo volentieri fatto a meno. Così come avremmo voluto vedere un'interpretazione meno survoltata dalla protagonista, che - a furia di occhi strabuzzati e recitazione nevrastenica - sembra cercare a tutti i costi di lasciare il segno per la sua prima volta a capo dei nomi in cartellone.
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