Regia di Jørgen Roos vedi scheda film
Un cortometraggio documentaristico per ripercorrere l'intera carriera di Carl Th. Dreyer, dal primissimo Praesidenten (1920) all'ultimo film Gertrud (1964), insieme allo stesso regista cinese.
La durata è il principale problema di questo lavoro, un corto che supera a malapena la mezzora: perché non può essere sufficiente un minutaggio simile per dire abbastanza dell'intera filmografia di Carl Th. Dreyer. Per quanto il cineasta danese abbia girato pochissimi titoli, infatti, quasi tutti hanno finito per diventare dei classici e lo dimostra anche la sequenza di apertura di questo documentario, nella quale assistiamo all'accoglienza trionfale riservata a Dreyer a Parigi per la presentazione di Gertrud: un vero maestro, circondato dai discepoli Cluzot, Truffaut e Godard, nonché da Henri Langlois della Cinematheque. E se trenta minuti non sono sufficienti, ancora peggio sono trenta minuti in cui a raccontarsi in prima persona è proprio lo stesso Dreyer, notoriamente non troppo attirato dall'altro lato della macchina da presa e piuttosto schivo come persona. Ecco dunque perché questo lavoro di Jorgen Roos, conterraneo di Dreyer, ha un valore assolutamente enorme e va goduto dal primo all'ultimo fotogramma da qualsiasi appassionato di cinema. Tra gli interessantissimi aneddoti e i racconti personali sul set da parte di Dreyer, infine, rimane indelebile il dettaglio della creazione degli ambienti in levare, sottraendo quanti più oggetti possibile – come in uno spoglio quadro del danese Hammershoi – fino a ottenere l'essenza della realtà, né più e né meno. Girato in bianco e nero; nella sequenza di apertura è riconoscibile, con Godard, anche Anna Karina. 7/10.
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