Regia di Ang Lee vedi scheda film
Come è noto, in questi giorni due sono le pellicole presenti sui nostti schermi a parlarci di Guerra. Entrambe dirette da due maestri ma molto diverse quanto a chiave stilistica e -a mio personale avviso- comportanti rese di valore qualitativo piuttosto differente. Del film di Mel Gibson non intendo discutere, se non per evidenziare il consueto fanatismo (duplice: nei confronti del bigottismo religiso quanto in quelli della violenza esaltata e quasi compiaciuta) che ci è ben noto da parte di questo discutibilissimo cineasta. Per quanto attiene invece al prodotto messo in scena da Ang Lee, devo subito dire una cosa: pur conoscendo assai poco della produzione di detto regista, ho molto apprezzato la misura e la pacatezza di questo suo ultimo lavoro (ma non per questo poco incisivo, anzi), a dimostrare come per formulare una critica alla disciplina cieca del mondo militare non sia necessario mostrare arti mozzati o colli recisi, è sufficiente indagare i meccanismi delle debolezze umane e la fragilità degli umani e dei loro intimi sentimenti. La macchina da presa dell'ottimo Ang Lee insegue (con frequenti primi piani) il viso di ragazzo del neo eroe popolare mediatico, il soldato "specialista" Billy Lynn, che si è guadagnato il titolo eroico sul campo del fronte iracheno risolvendo una pericolosa azione di guerra. Il giovane Billy è frastornato da tanta esposizione mediatica la quale, se da una parte è gratificante (tra l'altro durante i festeggiamenti nasce l'amore tra lui e una graziosa cheerleader) ma tutto questo circo di luci e di colori lo fanno sentire un po' un bamboccio nelle mani di un business dello spettacolo che "deve" per forza sfruttarlo e spremerlo. Ma non è da solo: sotto i riflettori assieme a lui i suoi commilitoni della Squadra denominata "Bravo", solo che i suoi colleghi sono lungi dal possedere la sua consapevolezza per cui vivono acriticamente questo momento di notorietà, diversamente da Billy che cade in un profondo dilemma di coscienza. Lui, proprio lui, che si era arruolato con passione animato da sinceri ideali di difesa della patria, vede ora scricchiolare tutta l'idea che s'era costruito dei rapporti tra militari. Non svelerò comunque la scelta finale che Billy finirà col compiere. Il film è praticamente ambientato nell'unica location di uno stadio dove si celebra la pacchianissima festa dedicata alla squadra dei "Bravo", festa consumata in un delirio di assurdo patriottismo che a noi europei sembra solo ciarpame folkloristico (e in buona parte credo che lo sia), però il tutto è costellato da frequenti ricordi in forma di flashback dei tremendi momenti in cui Billy ha vissuto in prima persona il terrore di concitate azioni di guerra. Il film è il racconto dell'evoluzione del livello di consapevolezza di un giovane patriota che mette ordine (ci prova) in un cervello bloccato dall'impatto sconvolgente con la Paura dell'essere in prima linea, determinato allo scontro fisico con l'avversario. Ang Lee dirige con mano sicura e felice. Joe Alwyn protagonista perfetto in un ruolo non facile. Cameo speciale per il vecchio caro Steve Martin in un ruolo non comico nè di commedia. Kristen Stewart sempre piu' brava e sempre piu' bella, capace di momenti malinconici talmente languidi da innamorarsene. E infine ruolo a sorpresa per Vin Diesel, attore che io detesto con ogni forza ma qui meno del solito, avendo in questa occasione qualche vaga parvenza d'umanità). Si può vedere...alla faccia del guerrafondaio bigotto cui accennavo all'inizio.
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