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American Honey

Regia di Andrea Arnold vedi scheda film

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La recensione su American Honey

di mc 5
10 stelle

Dopo un lungo periodo di mia assenza dalle sale cinematografiche essenzialmente per problemi di salute, mi sto gradualmente riavvicinando al cinema attraverso la fruizione domestica del cinema in streamin', cosa che mai credevo avrei fatto in vita mia e ipotesi che, invece, sto trovando praticabilissima e in alcuni frangenti anche preziosa. Come nel caso di questo gioiellino di film che -a quanto posso capire- non è mai entrato nel circuito delle sale italiane. Quindi film che ha suscitato vasto interesse (ancorchè in un pubblico immagino di nicchia) all'estero, tanto da ricevere qualche premio ed essere stato presentato in anteprima allo scorso Festival di Cannes e uscito poi nelle sale americane nel settembre passato. Non so molto attorno alla sua genesi e alla sua realizzazione (non essendo uscito in sala, da noi se ne è parlato piuttosto poco) e ho deciso di vederlo -lo confesso- solo dal manifesto ufficiale del film, che ci mostra la giovane graziosa protagonista in veste anarco freak (almeno a livello di suggestione emotiva). E' un storia molto bella, che trasuda intima sofferenza e dolente ricerca di un riscatto nella propria eistenza. Malinconia diffusa diluita con qualche sprazzo di infantile allegria e di lietra incoscienza. Il film è un po' lunghetto in effetti (sui 160 minuti), ma non annoia, perchè poi la narrazione è scorrevole quanto basta. Si parla della 18enne Star che vive in una realtà difficile, assieme a due piccoli fratellini ma soprattutto con una madre svagata e un padre sciroccato e probabilmente anche morboso nelle attenzioni verso la figlia. Insomma Star sceglie di allontanarsi da casa per cercare un destino migliore. E la sua vita cambia radicalmente grazie all'incontro con una comunità di ragazzi che vendono riviste porta a porta, attraversando l'America su un furgone. Importante è dire subito che questi ragazzi sono organizzati piuttosto scientificamente. A capo del gruppo c'è una certa Crystal (ragazza ambigua e cattiva), poi c'è un coordinatore (Jake, il co protagonista del film) che s'innamora (anche se a fasi alternate) della giovane Star. E poi tutti gli altri, un piccolo esercito (saranno una dozzina piu' o meno) di "animaletti selvatici", tutti almeno un po' cinici, tutti a considerare come unico valore il denaro, inteso come arma per sconfiggere la loro estrema precarietà. Poi vabbè, si dedicano alle solite cose da bimbominkia (dalla pratica sportiva ai giochi scemotti di gruppo e naturalmente si strafanno di erba ma -se ben ricordo- anche di crack). Adesso è troppo lungo raccontare qui le dinamiche che intercorrono tra tutti questi personaggi. Mi limito a dire che la macchina da presa non fa che inseguire il bel viso di adolescente "in corso di formazione" di Star, spesso messa di fronte a situazioni imbarazzanti o complicate. E lei -sovente combattuta tra opposti sentimenti- resta sempre coerente, anche quando deve accettare (nel film accade una volta sola) un compromesso umiliante che però non riuscirà a piegarne la fierezza interiore. Star è un personaggio molto ben scritto (dalla bravissima Andrea Arnold, ottima sceneggiatrice oltre che regista dell'opera). Un classico film on the road ma reso assai originale e molto personale dalla maiuscola interpretazione di quella che possiamo senza dubbio definire una nuova Star (gioco di parole ma che dà l'idea), l'incantevole Sasha Lane, la cui acerba grazia non passa certo inosservata. Accanto a lei, nelle vesti della crudele Crystal, la brava Riley Keough. E infine il co-protagonista, un Shia Laboeuf (davvero qui molto in parte) che mi ha sinceramente spiazzato,
perchè io me lo ricordavo come banale eroe dei "Transformers" e qui invece intenso e sensibile.
Film dunque prezioso e raro. Raro anche perchè non sarà facile trovarlo in giro. In DVD non saprei se sia di agevole reperibilità.

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