Regia di Morten Tyldum vedi scheda film
Intelligente, verosimile, commovente. Voto 8.
Intelligente, verosimile, commovente. Voto 8.
Interpretabile su piani di lettura diversi (quello della solitudine, quello del rapimento, quello del perdono, quello della mortalità e della sopportabilità dell'esistenza), ricorda contenuti di molti film precedenti:
- "2001", per il tema dell'immensità astrale e del guasto meccanico dell'astronave
- "L'ultimo uomo sulla terra", per la sopravvivenza solitaria in un mondo completamente a disposizione, e per la successiva sorpresa dell'esistenza di un altro superstite
- "La condanna", per la circostanza di obbligare qualcuno a fare qualcosa di intimo, modificando colpevolmente la sua percezione della realtà
- "Laguna blu"/"Paradise", per la storia d'amore solitaria in un luogo fiabesco
- ed ovviamente tutti i film derivati da "Robinson Crusoe", con la relativa marea di significanti.
Il messaggio finale è davvero intenso ed eticamente onesto, anche se fin troppo in linea con i presupposti psicologici dei personaggi.
Comunque, il grande merito è aver sbirciato un poco sia nel senso di immensità del pur piccolissimo ambito di esplorazione cosmica che ci sarebbe consentito, sia nella disperante ed abissale infinità temporale, con cui le nostre esistenze microscopiche dovrebbero interfacciarsi (alla faccia di altri blockbuster ignorantissimi e stupidissimi, che vaneggiano di orbitare intorno a buchi neri...)
Carini i cameo di Laurence Fishburne ed Andy Garcia.
Alla fine è sempre così: uno è niente, due sono tutto.
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