Regia di Morten Tyldum vedi scheda film
Patinatissima favola romance tra il meccanico (e povero) Jim e la scrittrice (e ricca) Aurora travestita da fantascienza, in realtà soltanto un'ambientazione più esotica del solito, che vale giusto un sorriso per le molte banalità che si accavallano ininterrotte sullo schermo, tra dinamiche convenzionali e sciocche, imperativi morali, comunque interessanti se sviluppati decentemente (ma non è certo questo il caso), amori e tradimenti risolti in pochissime battute e sterzate improvvise o ribaltamenti improbabili nelle quali il povero Morten Tyldum, su una sceneggiatura di Jon Spaihts (Direzione della fotografia di Rodrigo Prieto, scenografie di Guy Hendrix Dyas, costumi di Jany Temime e lmusiche firmate da Thomas Newman) si dimostra purtroppo totalmente inadeguato, scaraventato con eccessiva facilità alla guida di un blockbuster da milioni di dollari, e costretto ad aggrapparsi ai luoghi comuni del genere per non sprofondare nel baratro per poi risolvere afflitti drammatici e filosofici in un finale sbrigativo e superficiale.
A non funzionare è anche la coppia di protagonisti, Chris Pratt e Jennifer Lawrence, star strapagate ma la cui alchimia sullo schermo è, a quanto si racconta, almeno pari a quella creatasi davvero sul set (ovvero pari a zero) e a cui si aggiunge un Michael Sheen in versione robot/barista (molto alla Shining) totalmente fuori contesto.
A mio (piccolissimo) parere la storia richiedeva invece un'approccio completamente diverso: più minimalista e meno da semplice blockbuster, un survival/sci-fi meno spettacolarizzato, quindi, e maggiormente piegato sul dramma esistenziale e sul conseguente conflitto morale e/o filosofico.
Magari trattando l’astronave trasformandola metaforicamente in una prigione, materialmente ma anche come possibile metafora del matrimonio e/o del rapporto tra maschio e femmina con i suoi conflitti, i suoi dubbi e i compromessi necessari a sopravvivere soprattutto in una situazione così solitaria, estremizzata e senza una possibile via di fuga come quella prefiguarata dalla pellicola.
VOTO: 4,5
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