Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Animali notturni

di laurarenzetti

9 stelle

Il film del 2016.

Profondo, drammatico, semplicemente delicato e violento allo stesso tempo.

Nocturnal Animals è la seconda prova da regista di Tom Ford. Con il suo debutto nel 2009 con A Single Man, che ricevette diversi riconoscimenti, riuscì a sorprendere e a toccare tutti.

Nocturnal Animals è basato sul romanzo "Tony and Susan" dello scrittore americano Austin Wright (1922-2003) pubblicato nel 1993. Il film di Ford segue abbastanza fedelmente il libro, eccetto alcuni piccoli perticolari.

Questa storia complessa viene raccontata su tre livelli narrativi. Il primo livello racconta la storia di Susan Morrow (Amy Adams) una gallerista, sposata infelicemente di seconde nozze con Hutton Morrow (Armie Hammer), che un giorno riceve il manoscritto inedito del suo ex marito Edward Sheffield (Jake Gyllenhall), con il quale non ha più contatto da almeno 19 anni, dopo che lei lo lasciò in maniera piuttosto brutale. Questo livello potremmo definirlo come "realtà".

Il secondo livello è dato dalla storia del romanzo che si intitola "Nocturnal Animals". Edward era solito chiamare cosi Susan, dal momento che ella soffre di insonnia. In più si aggiunge che il romanzo è dedicato proprio a lei.

Il libro racconta la storia di Tony (interpretato sempre da Jake Gyllenhall) che intraprende un viaggio in auto con la moglie e la figlia adolescente. Mentre guidano di notte su una delle Highway del Texas, un auto con tre uomini a bordo li spinge ad accostare. Senza che Tony lo voglia, sua moglie e sua figlia vengono rapite da questo gruppo e lui viene abbandonato in un luogo deserto. Il giorno dopo Tony riesce a raggiungere una casa, dalla quale riesce a telefonare alla polizia per denunciare l'accaduto. Tornato con il poliziotto Bobby Andes (Michael Shannon) sul luogo dove fu abbandonato la sera prima, trovano i corpi nudi di sua moglie e sua figlia, che furono violentate e brutalemente uccise la notte prima. La storia di Tony, insieme a Bobby con il quale nasce un rapporto particolare, prosegue con la caccia ai tre assassini.

Mentre Susan legge questo romanzo, che apparentemente non ha nulla a che fare con lei o con la sua relazione con Edward, le ritornano in mente momenti della sua storia con lui. In qualche modo questo racconto la riguarda. Questo livello narrativo è quello dei ricordi.

I tre livelli, sebbene in un certo modo intrecciati, vengono mostrati in maniera chiara e distinta l'uno dall'altro, in maniera tale che lo spettatore sa sempre in quale livello narativo si trova.

Tom Ford riesce a far sì che lo spettatore, viva le stesse emozioni di Susan, come se egli leggesse con lei il libro. Inoltre la potenza narrativa della storia viene sottolineata da un'ottima performance recitativa. In particolar modo da lodare sono le interpretazioni dei due protagonisti, ovvero Amy Adams/Susan e Jake Gyllenhall/Tony/Edward. Amy Adams, che non ha molto testo o dialoghi, riesce a farci capire esattamente il suo personaggio, a trasmetterci la sua incertezza, tristezza, senso di rimpianti tramite il suo sguardo e i dettagli dati dai piccoli gesti: sussulti, sorta di tremore o il movimento delle dita.

Tom Ford dimostra ancora una volta di sapere trattare temi forti, duri, crudi e drammatici e tutto questo comunque con grande sensibilità e poesia delle immagine. Non so se il suo senso estetico, la composizione delle immagini quasi pittoriche, siano dovute al fatto che egli è uno stilista e che quindi ha o deve avere un senso del gusto e dell'estetico molto accentuato, ma anche qui l'estetica del film, come già in "A Single Man" perfeziona e arrotonda un film già raccontato in maniera sublime.

Sebbene sia solo il suo secondo film, ho ritrovato nell'estetica un "tocco alla Ford", ma senza che risultasse "già visto", ma un tocco nuovamente azzeccato e ben messo in scena. Molte scene fatte di gialli forti e scuri intorno ricordavano dei quadri del '500.

Il tema del cattolicesimo è sicuramente importante in questo film, anche se sembra nominato solo en passant , in realtà, secondo la mia opinione, il cattolicesimo è un tema che ritorna in tutto il film, come se fosse un filo conduttore dei tre livelli, tramite la simbolica della croce. Susan porta una collanina con la croce, che spesso attira l'attenzione dello spettatore, anche perchè lei ci "gioca". Questa collana la porta anche nei suoi ricordi dove in una scena ribadisce di essere cattolica. Tony porta anche egli una collana d'oro con la croce. Inoltre nella zona deserta e abbandonata dove si svolgono molte scene del "libro" ritorviamo sempre una sorta di cascina abbandonata con sopra una croce.

Altresì da non sottovalutare è la critica, secondo me, sottile che Ford fa all'arte contemporanea. Il film apre con le immagini di donne di una certà età e di una certà grandezza nude adornate di oggetti ridicoli, come cappelli con paillette o roba simile. Subito scopriamo essere il tema della mostra di apertura nella Galleria di Susan. Nella scena della cena a casa di amici, il padrone di casa dice a Susan che la sua mostra è stata un successo e lei gli dice che in realtà quella è tutta robaccia.